L’accusa di un marito ai medici: “Avete fatto morire mia moglie”
La famiglia di una madre 35enne ha accusato i medici di non aver effettuato alcun tentativo per salvarle la vita, perché presumevano che stava comunque per morire.
Andrea West era malata di cancro, ma le era stato detto che poteva vivere per altri due anni. La donna, madre di sei figli, è morta pochi giorni dopo esser stata ricoverata in un centro di cure palliative lo scorso mese, per quello che la famiglia pensava fosse una infezione di routine. Il giorno prima della sua morte stava per tornare a casa, chiacchierava con i suoi figli, mentre mangiava dei cracker e beveva cola. Quando il marito Chris è andato a farle visita il giorno dopo, l'ha trovata sotto sedativi.L'uomo ha esortato il personale a chiamare un'ambulanza per poterla portare in ospedale e sottoporla a trattamento, ma gli è stato negato, poiché il personale dell'unità gli ha spiegato che la donna sarebbe morta sul mezzo di trasporto, prima di arrivare in ospedale, a causa delle sue gravissime condizioni di salute. David West aveva già iniziato a preoccuparsi per il trattamento di sua moglie dopo aver scoperto che era stato etichettato con un inquietante preavviso: "non rianimare". La famiglia della West intendeva prolungare la vita della congiunta, in modo da farle passare mesi preziosi con i suoi figli, di età compresa tra uno e 17 anni. Il marito ha dichiarato che lui e sua moglie hanno dovuto chiedere cinque volte al personale medico di rimuovere l'avviso che esortava a non rianimare la donna in caso di necessità.
La donna era stata avviata a un percorso di cura, progettato per alleviare le sofferenze dei moribondi nelle ultime ore di vita: ad evidenziarlo il marito di Andrea, il quale ha affermato di aver saputo da un infermiere e dal suo medico di famiglia che, nonostante la moglie avesse almeno altri 18 mesi di vita, era stata collocata in tale percorso di cura di Liverpool. La clinica ha negato che la signora Weste fosse stata sottoposta a tali cure.