Kristina Gallo, le minacce del fidanzato in chat: “Ti apro la testa. Ti porto con me fino alla morte”
"Ti spacco la testa un giorno. Ti porto con me fino alla morte". Sono questi alcuni dei messaggi che Giuseppe Cappello ha inviato a Kristina Gallo, la 30enne trovata morta e completamente nuda nel suo appartamento di Bologna nel marzo del 2019. Un caso rimasto avvolto nel mistero fino a ieri, quando proprio Cappello, che aveva con la vittima una relazione sentimentale, è stato fermato con l'accusa di omicidio aggravato dal fatto di aver commesso stalking nei confronti della vittima.
La ragazza si trovava in una condizione di forte disagio. Come scrive il gip Roberta Dioguardi nell’ordinanza d’arresto, a causa delle condotte dell’indagato viveva "una perdurante, assoluta condizione di soggezione e paura per la propria incolumità", che l’aveva ridotta "in uno stato di segregazione morale, imponendole radicali mutamenti delle proprie abitudini".
Tanti i messaggi di minacce che Kristina riceveva dal compagno, ossessionato dalla gelosia. Malgrado il 44enne avesse disinstallato l'applicazione dal cellulare sono, stati acquisiti circa 6mila file audio da cui emerge la natura della relazione tra i due. "Tu sai perché hai lasciato la bicicletta a lavorare? Tu la bici l’hai lasciata ieri. Tu ieri sera sei rimasta fuori con qualcuno e qualcuno ti ha portata a casa", le aveva detto una sera di giugno in cui la ragazza, per una gomma forata, era stata costretta a tornare a casa a piedi dal lavoro.
La situazione era degenerata quando la ragazza aveva scoperto che l’uomo, da anni, aveva un’altra, era sposato: "Sei stato tu. Hai rovinato tre anni, tre anni", l’accusava lei. E Cappello rispondeva: "Amore queste parole le rimpiangerai, credimi. Amore ti pentirai, fidati che ti pentirai".
Il presunto killer avrebbe anche raccontato ai suoi amici delle liti continue con Kristina, spesso sfociate nella violenza. "Ieri sera gliene ho date io a lei quando sono andato da lei dopo. Ah ciccio le ho tirato un mappino che… se lo tiro a un uomo gli si gira la testa dall’altra parte".
"La volevo scannare. Solo che se alzo le mani l’ammazzo", ha detto a un altro amico. E a una vicina: "Se alza le mani io l’ammazzo capito perché, la scanno proprio". "Questa qua mi può crear dei danni peggio degli altri", confidava, dicendo che voleva denunciarla per stalking, ma "l’importante è che non sappia un cazzo mia moglie".