Kristina Gallo, la gelosia e le minacce negli audio dell’ex: “È finita? Rimpiangerai queste parole”
"Hai chiuso con me? Queste parole le rimpiangerai, amore. Credimi". Giuseppe Cappello si rivolge così a Kristina Gallo il 20 giugno 2018, pochi mesi prima che la donna fosse trovata cadavere nella sua casa di Faenza dal fratello il 26 marzo 2019.
È quanto emerge dall'informativa conclusiva resa nota dai carabinieri sull'omicidio della mamma di 27 anni, i quali hanno raccolto una serie di file audio, più di seimila, salvati sul cellulare della vittima e riguardanti il periodo dal 4 giugno al 19 novembre 2018, quattro mesi circa prima della morte di Kristina, per la quale è accusato l'ex fidanzato Giuseppe Capello, che al momento si trova ai domiciliari e che continua a dichiararsi innocente.
"Il contenuto di quelle telefonate appare di estremo interesse per la ricostruzione del rapporto tra Cappello e Kristina Gallo e delle loro personalità", precisano gli inquirenti, secondo i quali nel corso degli anni Kristina è stata "minacciata, picchiata e soggiogata" sempre da Cappello "che l'ha trascinata in un baratro di ozio, droga e isolamento".
Le prime telefonate registrate risalgono al giugno 2018, quando Cappello viveva ancora stabilmente con un'altra compagna. "Sin dalle prime telefonate registrate tra Kristina Gallo e Giuseppe Cappello, si assiste ad un continuo tira e molla: in una telefonata sono dolci e innamorati, in quella dopo discutono mandandosi vicendevolmente a quel paese", scrivono i carabinieri.
Dalle successive telefonate emerge la gelosia dell'uomo che non vuole che Kristina vada a lavoro, che non vuole utilizzi social network e non abbia rapporti con nessuno. Quando la donna spiega che ha bisogno di lavorare per vivere, Cappello tenta un bluff, le dice che possono vivere per un po’ a casa di sua madre, e poi trasferirsi altrove: "Non sopporto che vai a lavorare lì, che vai a lavorare così vestita, che vai alle due di notte, che c’hai Facebook, che c’hai questo che c’hai quest altro. Cioè io proprio non l’accetto. Mi sforzo ma non ci riesco. Vado proprio contro me stesso", dice Cappello, che riesce infine a raggiungere il suo obiettivo.
E poi ancora, in altre telefonate sempre del giugno 2018, le minacce più pesanti. "A me importa solo di te…ma io ti porto via con me! Io ti porto con me fino alla morte ti porto con me. Dove sono io devi essere te con me", dice l'uomo. A cui Kristina risponde: "Giuseppe hai rovinato tutto, non hai ancora capito. Non ti amo più". All'affermazione di lei: "È finita", lui replica: "Amore queste parole le rimpiangerai amore, credimi".
In un altro file audio del luglio 2018 si capisce come lei accetti l’imposizione di non frequentare tale Katia. Poi, nel mentre chiacchierano serenamente, Cappello dal nulla, seppur ironicamente: "Kri io ti apro la testa un giorno, perché così mi va". Insomma, "l'omicidio di Kristina Gallo è un caso incredibile di segregazione morale e materiale", ha commentato a Fanpage.it l'avvocato Barbara Iannuccelli, che assiste l'Associazione La Caramella Buona, costituitasi come parte civile nel processo sulla morte della giovane mamma di 27 anni.
Intanto, c'è attesa per il prossimo 4 aprile, quando davanti al Gup, saranno ascoltati tutti i consulenti medico-legali che si sono occupati del caso: c'è ancora da capire infatti come la 27enne è stata uccisa visto che tre perizie non hanno fatta chiarezza, mentre per la Procura Cappello l'avrebbe asfissiata, all'apice di una colluttazione. La vittima fu trovata nel suo appartamento, nuda e con le gambe sotto al letto.