Kristina Gallo, i RIS confermano che il dna trovato sotto le unghie e sul reggiseno è dell’ex compagno
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La verità sulla morte di Kristina Gallo, la 26enne trovata cadavere nella sua casa di Faenza dal fratello alla fine di marzo 2019, è più vicina. Nel corso dell'udienza tenutasi ieri presso la Corte d'Assise di Bologna, i RIS hanno proiettato la ricostruzione in 3D della scena del crimine.
Come ha precisato a Fanpage.it l'avvocato Barbara Iannuccelli, che assiste l'Associazione La Caramella Buona, costituitasi come parte civile nel processo sulla morte della giovane mamma di 26 anni, attraverso le misurazioni da loro effettuate e in relazione all'altezza di Kristina è emerso che la posizione del ritrovamento del corpo, nudo e con le gambe sotto al letto, non è quella del decesso. Anzi, sotto a quel letto Kristina non è finita da sola, ma qualcuno evidentemente lo ha spostato di proposito.
Hanno confermato, poi, che il dna ritrovato sotto l'unghia e sul reggiseno strappato della vittima è quello dell'imputato, Giuseppe Cappello, il 44enne che con Kristina aveva una relazione sentimentale e che al momento si trova agli arresti domiciliari. L'uomo si è sempre dichiarato innocente.
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Gli inquirenti, come emerge dall'informativa conclusiva resa nota dai carabinieri alla fine di marzo, hanno anche raccolto una serie di file audio, più di seimila, salvati sul cellulare della vittima e riguardanti il periodo dal 4 giugno al 19 novembre 2018, quattro mesi circa prima della morte di Kristina, per la quale è accusato l'ex fidanzato Giuseppe Capello.
"Il contenuto di quelle telefonate appare di estremo interesse per la ricostruzione del rapporto tra Cappello e Kristina Gallo e delle loro personalità", precisano gli investigatori, secondo i quali nel corso degli anni Kristina è stata "minacciata, picchiata e soggiogata" sempre da Cappello "che l'ha trascinata in un baratro di ozio, droga e isolamento".
Il prossimo appuntamento è per il 3 luglio quando, ha fatto sapere l'avvocato Iannuccelli, "ci sarà la discussione finale e speriamo la sentenza".