Killer di Budrio, condannato all’ergastolo Igor il Russo per gli omicidi di Fabbri e Verri
È stato chiesto e ottenuto l'ergastolo per Igor il Russo, noto anche come il killer di Budrio, al secolo Norbert Feher. All'udienza di questa mattina, lunedì 25 marzo, a Bologna, dopo circa un'ora e mezza di requisitoria, il pm Marco Forte ha chiesto per lui la pena massima per gli omicidi di Davide Fabbri, avvenuto il primo aprile 2017 al bar alla Riccardina di Budrio, e della guardia ambientale volontaria Valerio Verri, ucciso l'8 aprile, una settimana dopo. Pena che il gup Alberto Ziroldi ha accordato al 38enne per questi omicidi commessi in Italia. In aula era presente anche Maria Sirica, vedova di Fabbri, difesa dall'avvocato Giorgio Bacchelli, e con lei anche i figli di Verri, Francesca ed Emanuele, assistiti dall'avvocato Fabio Anselmo, e l'agente di polizia provinciale Marco Ravaglia, rimasto gravemente ferito nell'agguato mentre era di pattuglia nel Mezzano, difeso dall'avvocato Denis Lovison.
Dopo il rappresentante dell'accusa, ha parlato l'avvocato Alberto Bova, in rappresentanza della Provincia di Ferrara, che ha chiesto un risarcimento del danno di 50mila euro. Feher, serbo di 38 anni, è attualmente detenuto in Spagna e collegato in videoconferenza con il tribunale di Bologna. Il killer era stato arrestato il 15 dicembre 2017, a Teruel, in Aragona, dopo una lunga latitanza, catturato a bordo di un pick-up uscito di strada e appena rubato, dopo aver ucciso a El Ventorillo, un allevatore e due agenti della guardia civile perché "me l'ha ordinato Dio", avrebbe detto alla polizia locale. Descritto dalle perizie spagnole come un omicida freddo e senza rimorsi, in Italia è accusato degli omicidi del barista Davide Fabbri e della guardia ecologica Valerio Verri. "Lui ha ucciso nostro padre. Speriamo che le colpe non siano imputate solo a lui come persona fisica, ma a una sicurezza che non c'è stata. Quello di nostro padre era un omicidio che si poteva evitare, il killer non doveva uscire dall'Italia", avevano detto i figli della guardia ambientale dopo aver assistito in videoconferenza all'udienza preliminare lo scorso ottobre.