Kata scomparsa, c’è una nuova testimone: “Ho visto una donna chiamarla”. Procura vuole ascoltarla
La procura di Firenze è intenzionata ad ascoltare la nuova possibile testimone che il 10 giugno scorso, giorno della scomparsa di Kataleya Alvarez, sentì una donna chiamare la piccola prima che scomparisse nel nulla nei pressi dell'ex hotel Astor. Della nuova teste parla oggi Repubblica che ha riportato il suo racconto.
La donna indicata dalla testimone sarebbe colei che, secondo i genitori della piccola peruviana, non ha detto tutto ciò che sa sul rapimento.
Il suo ricordo parte dalle 15 del 10 giugno scorso.
Io abito accanto all’albergo. Per un periodo ci ho anche lavorato prima che chiudesse per la pandemia – ha detto -. Quel giorno ero andata a correre e sono passata davanti ai cancelli dell’Astor. Ricordo bene di aver visto la bambina che usciva, c’era anche il suo fratellino. In quel momento una donna che si trovava nel cortile l’ha chiamata. Kataleya si è voltata indietro quasi piangendo. Forse perché voleva restare fuori. Poi la donna ha chiuso il cancello. Perché l’ha chiamata?”.
La testimonianza sembra collimare con le riprese video di quel giorno già sequestrate dagli inquirenti. In uno dei filmati si vede Kata salire sulle scale della struttura prima di sparire.
La telecamera di sorveglianza del palazzo di fronte invece l’ha ripresa nel momento in cui lascia il gruppo di bambini con cui stava giocando per fare rientro nell'Astor, lo stabile ora sgomberato. La testimone quindi aggiunge un elemento alle immagini video. E spiegherebbe anche perché Kata sia rientrata nell’hotel invece di rimanere a giocare con gli altri.
Secondo questa versione, qualcuno l’avrebbe chiamata, dunque. Una "voce di donna", secondo la testimone, che sostiene di avere anche visto chiudere il cancello, anche se questo dettaglio nel filmato non è mostrata. “Quella donna dell’hotel gestiva e dava ordini”, ha aggiunto la testimone.
Nel frattempo, proseguono gli accertamenti del genetista Ugo Ricci incaricato dalla Procura: secondo quanto emerso sulla stampa, il consulente avrebbe trovato del sangue nel bagno della stanza 104 in cui vivevano Kata e la sua famiglia. Occorrerà qualche giorno per sapere, attraverso l'estrazione del Dna, a chi sia riconducibile quella prova.