Kata scomparsa a Firenze, il generale Garofano a Fanpage.it: “Credo ancora che sia viva”
"Se sono ancora fiducioso? Sì, continuo a credere che la bambina sia viva". Così l'ex generale del Ris di Parma Luciano Garofano ha risposto alle domande di Fanpage.it sulla scomparsa di Kata, la bimba peruviana di 5 anni di cui si sono perse le tracce a Firenze lo scorso 10 giugno.
Garofano è stata chiamato come consulente dei genitori della bambina scomparsa. La scorsa settimana insieme a loro e ai legali, gli avvocati Sharon Matteoni e Filippo Zanasi, che li assistono, è tornato per un sopralluogo nell'ex hotel Astor, dove Kata viveva con la madre e dove è stata vista l'ultima volta ormai quasi 4 mesi fa.
"Abbiamo fatto alcune osservazioni, abbiamo segnalato ai carabinieri alcuni approfondimenti da farsi di cui non posso parlare. Al momento non abbiamo nessun esito relativo agli approfondimenti richiesti, tranne che la signora Katherine, la mamma della bambina, quello stesso pomeriggio è stata sentita dagli inquirenti ma quello che è stato oggetto di questo ulteriore interrogatorio non ci è consentito dirlo", ha aggiunto ancora Garofano.
Sui risultati degli esami genetici, condotti dal professore Ugo Ricci, secondo cui non sono di Kata le tracce di sangue rinvenute nei rubinetti della stanza 104 dell'ex hotel Astor né appartengono alla bimba le tracce su borsoni e trolley sequestrati a tre dei cinque indagati per la scomparsa della piccola, Garofano ha detto: "Mi sembrano neutri come risultati, magari avessi la soluzione di questo caso, ma continuo a credere che la bambina sia viva, non chiedetemi perché, e che si possa arrivare a questa soluzione".
Intanto, i genitori di Kata, tramite i loro legali, chiedono che non si abbassi l'attenzione sulle sorti della loro bambina. "I legali Sharon Matteoni e Filippo Zanasi con Katherine e Miguel, genitori della piccola Kata chiedono alla stampa e all'opinione pubblica di non dimenticare la bambina. Ma di continuare a mostrare foto e lanciare appelli. Non dimentichiamo Kata. Sono trascorsi 110 giorni e nulla è cambiato", si legge in una nota.