Kata, quattro mesi dalla scomparsa a Firenze, la madre: “Cercatela nei palazzi vicino l’hotel Astor”
Quattro mesi dalla scomparsa a Firenze di Kata. Ma tra interrogatori, testimonianze, segnalazioni varie e perquisizioni, la bimba ancora non si trova.
Oggi Katherine Alvarez, mamma della piccola di origini peruviane, ha lanciato un nuovo appello insieme al marito Miguel:
Da quattro mesi non ho notizie di mia figlia. Gli investigatori non la cerchino solo nell'ex Astor, ma anche nei palazzi vicini. Chi abitava nell'albergo occupato, sa cosa è successo quel giorno. Chi sa, parli. Finora non è stato fatto abbastanza per cercarla – aggiunge la donna -. Abbiamo fornito diverse indicazioni, anche dopo l'ispezione nell'ex albergo qualche settimana fa, abbiamo segnalato persone che potrebbero sapere, ma ancora non conosciamo gli sviluppi delle indagini".
Al fianco della coppia, assistita dagli avvocati Filippo Zanasi e Sharon Matteoni, anche i consulenti: l'ex generale del Ris Luciano Garofano e la criminologa Stefania Sartorini: "Dopo quattro mesi non sappiamo dove sia finita Kata. Non vogliamo che questa vicenda finisca come quella della povera Denise – prosegue la mamma di Kata -, la Procura segua ogni pista: dal rapimento finalizzato al traffico di organi all'errore di persona, ma fornisca risposte ai genitori".
Secondo la madre, Kata andrebbe cercata anche nei palazzi tra via Monteverdi, via Boccherini e via Maragliano: "Sono sicura che chi viveva nell'ex albergo sa e non vuole parlare. È impossibile che nessuno abbia visto chi ha rapito mia figlia: è scomparsa poco dopo le 3 del pomeriggio".
Katherine è convinta che la figlia sia stata portata sul retro dell'ex hotel, e poi fatta uscire attraverso i garage di via Monteverdi: "Lì non ci sono telecamere. Voglio sapere dov'è mia figlia,- conclude – non si abbandonino le ricerche".
Intanto le autorità del Perù hanno dato l'okay alla richiesta di rogatoria avanzata dalla Procura di Firenze in merito all'inchiesta sulla scomparsa di Kata. Il procuratore aggiunto Luca Tescaroli e i sostituti procuratori Christine Von Borries e Giuseppe Ledda, titolari del fascicolo di indagine che ipotizza il rapimento a scopo di estorsione, ascolteranno in videoconferenza 14 cittadini peruviani segnalati nella rogatoria.
Si tratta di parenti e amici dei genitori della bimba; attualmente si trovano in Perù e che potrebbero avere informazioni utili sul caso.