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La scomparsa di Kata a Firenze

Kata, per gli inquirenti i genitori potrebbero non aver detto tutto: al setaccio i cellulari

Dopo l’arresto dello zio della piccola rapita a Firenze, i pm hanno ordinato una “copia forense” delle memorie dei telefoni dei genitori di Kata, soprattutto riguardo le attività sui social network.
A cura di Antonio Palma
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La bimba scomparsa a Firenze
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Per gli inquirenti ormai ci sono pochi dubbi, il rapimento della piccola Kata dall’ex hotel Astor di Firenze va inquadrato in una vendetta nella lotta tra bande per il racket sugli affitti della struttura occupata da stranieri. Su questa pista, già definita come privilegiata dallo scorso giugno, infatti vanno anche tutti gli ulteriori accertamenti investigativi svolti finora e che nelle scorse ore hanno portato all’arresto dello zio della piccola proprio con l’accusa di essere coinvolto nel racket degli affitti.

Il rapimento di Kata è “maturato all’interno dei rapporti conflittuali che sono sfociati in aspre contese nell’ambito dell’occupazione abusiva dell’hotel Astor” spiegano gli inquirenti, parlando di "faide tra i parenti della famiglia Alvarez e gruppi di peruviani, ecuadoregni e romeni che occupavano l’hotel per il possesso e la gestione illecita delle stanze per le quali erano richieste somme di denaro". Un conflitto su cui però i genitori della piccola avrebbero taciuto al momento della denuncia dei fatti e nei primi giorni dal rapimento.

Per questo, nell’ambito della stessa indagine, sono stati ordinati anche dieci decreti di perquisizione nei confronti di diversi familiari della bimba, tra cui i genitori, anche se in qualità di non indagati, in quanto si ritiene potessero essere utili ai fini dell’inchiesta sul sequestro di persona. In particolare i carabinieri che hanno perquisito i genitori di Kata sono stati incaricati di un'attività specifica, ossia fare “copia forense” delle memorie dei loro telefoni cellulari, soprattutto riguardo le attività sui social network.

Tra i dati di chat e messaggi dei cellulari di Miguel Angel Ramon Chicllo Romero e Kathrina Alvarez gli inquirenti infatti intendono cercare eventuali tracce o informazioni sul rapimento che i due potrebbero aver preferito non riferire durante gli interrogatori. Il dubbio, tutto da accertare, è che i due possano aver ricevuto qualche indizio sul possibile movente e sugli autori del sequestro ma che non abbiamo riferito tutto per non fare emergere il coinvolgimento di parenti nella lotta per il racket, accertato invece ora dalle indagini dei pm.

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