Kata, l’avvocato della mamma: “Delusione per esiti delle analisi, continuiamo a cercarla viva”
"Continuiamo a cercare Kata viva. A quattro mesi dalla sua scomparsa la madre è in condizioni disperate. Per questo, continuiamo a sollecitare chi entrava e usciva dall'ex hotel Astor a dare informazioni che possano aiutarci a capire dove si trova la bambina".
A parlare a Fanpage.it è Sharon Matteoni, avvocato difensore di Katherine Alvarez, mamma della piccola Kata, la bimba di 5 anni scomparsa il 10 giugno scorso a Firenze. A quattro mesi da quel drammatico sabato, non si fermano le indagini, che nelle ultime ore sono arrivate fino in Perù. Lima ha infatti accolto la richiesta di rogatoria dei pm toscani impegnati sul caso.
Avvocato Matteoni, verranno sentite in Perù 14 persone tra amici e conoscenti dei genitori di Kata. Crede che emergerà qualcosa di importante per le indagini?
"Chiarisco subito che non è detto che ci sia un collegamento tra il fatto che verranno sentiti questi soggetti in Perù con l'ipotesi scambio di persona al vaglio degli inquirenti. Sono congetture che vengono fatte ma la Procura potrebbe star seguendo altre piste non necessariamente collegate a quest'ultima. Ben vengano comunque tutte le attività degli inquirenti che possano portare a degli sviluppi delle indagini, anche perché dopo 4 mesi la famiglia, e soprattutto la madre di Kata, è in condizioni disperate. Quattro mesi sono tanti per la scomparsa di una bambina".
Anche voi state continuando con le indagini difensive…
"Sì, sentendo persone e seguendo piste, ma con risultati non del tutto soddisfacenti. Nell'ultimo periodo, in seguito al sopralluogo effettuato insieme ai genitori della bambina, abbiamo appreso di alcune circostanze e situazioni che a nostro parere sono importanti e su cui ci auguriamo che la Procura prenda una posizione".
La mamma di Kata ha sempre detto che all'interno dell'ex hotel Astor ci deve essere qualcuno che sa qualcosa. Si è parlato anche di una certa Lidia. Cosa può dirci a riguardo?
"Voglio premettere che Katherine non ha accusato formalmente nessuno. Certo è che i dubbi che solleva sono quelli di tutti: in un ambiente in cui vivevano così tante persone, molto affollato ma allo stesso tempo molto controllato, come è possibile che nessuno abbia visto che una bambina è stata portata via presumibilmente da una persona esterna a quel contesto?. S appella alle persone che frequentavano l'ex hotel Astor e che erano più attente ai movimenti di chi entrava e uscire per sollecitarle a dare informazioni che fino ad ora sono sfuggite. È un invito continuo a chi viveva nell'albergo a dare chiarimenti e ad aiutarci a capire dove si trovi Kata".
Dalle analisi condotte dal professor Ugo Ricci è emerso che non c'è Dna di Kata sui rubinetti della stanza 104 dell'ex hotel né tracce della bimba su trolley e borsoni sequestrati dopo la scomparsa. Alla luce di questo, quale è la vostra speranza?
"Noi continuiamo a cercarla viva, vogliamo trovarla viva. La nostra speranza è questa. Il fatto che questi esami abbiano dato esito negativo un po' ce lo aspettavamo. Noi abbiamo visto quei borsoni sequestrati e proprio per dimensione erano inadatti per trasportare una bimba fuori dall'albergo, perché troppo piccoli. Certo è che c'è stata un po' di delusione perché risultati diversi avrebbero dato una bella speranza alla madre, almeno per capire come è stata portata via Kata, invece non è così. Io non credo che la bambina sia all'interno dello stabile, ma che sia stata portata fuori da soggetti che in modo organizzato l'hanno rapita".