Kata, il disperato appello della mamma a un mese dalla scomparsa: “Fateci sapere se è viva”
"Mi rivolgo a chiunque abbia preso mia figlia, anche per errore: liberate Kata o fateci sapere se è ancora viva" è l'ennesimo disperato appello lanciato dalla mamma della piccola Kata, Kataleya Alvarez, la bambina peruviana di 5 anni scomparsa ormai un mese fa dall'ex hotel Astor di Firenze dove viveva coi parenti. La famiglia della piccola sta collaborando attivamente con gli inquirenti della Procura a tutti i livelli ma chiede di mantenere alta anche l'attenzione mediatica sul caso proprio per spingere gli eventuali rapitori a liberala sotto la pressione dell'opinione pubblica.
Dopo essersi recati nuovamente negli uffici della Procura per fornire dichiarazioni spontanee e visionare alcuni video, i genitori di Kata infatti oggi hanno rinnovato l'invito a partecipare al presidio organizzato a Firenze per lunedì sera dall'associazione Penelope e dalla comunità peruviana a un mese esatto dalla scomparsa della piccola, avvenuta lo scorso 10 giugno. All'appuntamento, programmato per lunedì alle 21, la mamma della bambina ha invitato anche i rappresentanti delle istituzioni e tutti i cittadini di Firenze. "All'appuntamento mi auguro ci siano anche le istituzioni e i cittadini di Firenze: non fatelo per me o mio marito ma per mia figlia", ha ripetuto infatti la signora Katherine Alvarez.
Intanto le indagini proseguono a ritmo serrato anche se nel massimo riserbo, come voluto dai pm. Lo hanno confermato gli stessi legali dei genitori di Kata, gli avvocati Filippo Zanasi e Sharon Matteoni, che oggi sono stati proprio in Procura per discutere con gli investigatori. "È stato un incontro proficuo e abbiamo avuto la conferma che le indagini dei carabinieri coordinate dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli e dai pm Christine von Borries e Giuseppe Ledda stanno proseguendo incessantemente con il massimo impegno" hanno spiegato i due legali, aggiungendo: "Abbiamo garantito agli inquirenti che qualora avessimo notizie le comunicheremo immediatamente".
Le indagini sulla scomparsa di Kata proseguono lungo due binari, da un lato le ricerche della bimba con la visione di decine di ore di filmati delle telecamere di sorveglianza e la caccia alle possibili via di fuga dei presunti rapitori, dall'altra gli approfondimenti sui rapporti all'interno dell'ex hotel Astor alla ricerca di possibili moventi, anche per ricostruire le ultime ore della bimba all'interno dell'ex palazzo occupato e poi sgomberato.
Finora gli investigatori hanno ascoltato quasi 70 persone come informate sui fatti, oltre ad effettuare diverse perquisizioni, ma nel registro degli indagati, per il fascicolo che ipotizza il reato di sequestro di persona a fini di estorsione, non vi sono nomi. Del resto nessuna richiesta di riscatto risulta arrivata alla famiglia anche se gli inquirenti sospettano un collegamento col il racket delle stanze occupate e che Kata sia stata rapita per vendetta.