Kata, ferito e minacciato di morte in carcere il papà della bimba scomparsa a Firenze
Angel Miguel Chicclo Romero, papà di Kataleya Alvarez, la bambina di 5 anni scomparsa lo scorso giugno dall'ex Hotel Astor di Firenze, è rimasto ferito ed è finito all'ospedale insieme ad altri due detenuti dopo una rissa nella casa circondariale La Dogaia di Prato, dove si trova attualmente. L'episodio sarebbe accaduto lo scorso sabato, 10 febbraio.
A far scoppiare il violento diverbio sarebbe stata un'incursione di alcuni carcerati di origini marocchine nella camera occupata da Chicclo Romero e da altri connazionali peruviani. I primi avrebbero sottratto indumenti di proprietà dei detenuti sudamericani e, alla richiesta di spiegazioni, sarebbe iniziato lo scontro tra i due piccoli gruppi. Ad avere la peggio sono stati il padre di Kata e i suoi compagni che hanno riportato lesioni abbastanza serie.
I detenuti peruviani minacciati di morte: chiesto il trasferimento
Secondo quanto riporta La Nazione, il più grave è finito in ospedale con un taglio a un sopracciglio che ha richiesto quattro punti di sutura, mentre il padre di Kataleya ha riportato tumefazioni agli occhi e una ferita al braccio. Il terzo invece ha un contusione a una costola. Tutti e tre sarebbero stati anche minacciati di morte e per questo pare abbiano anche richiesto il trasferimento in un altro penitenziario.
Il padre di Kata è in carcere per furto e uso indebito di carte di credito, mentre, per quanto riguarda gli altri due connazionali, uno sta scontando una condanna definitiva a due anni per maltrattamenti e l'altro è in attesa di giudizio per rapina davanti al tribunale di Pistoia. I tre hanno raccontato l’aggressione ai loro difensori, gli avvocati Elisa Baldocci e Cristiano Toraldo.
Le indagini sulla scomparsa di Kataleya
Le indagini per la scomparsa della bambina, che ad aprile compirà sei anni, proseguono ma al momento non ci sono stati passi avanti sostanziali. Le diverse piste emerse e seguite in questi mesi, alcune delle quali suggerite proprio dal papà, non hanno trovato conferme nonostante l’infaticabile lavoro svolto da vari reparti dell’Arma dei carabinieri.
Intanto, si va verso l’archiviazione della pista delle valigie, secondo la quale la bimba sarebbe stata portata fuori dall’Astor dentro un borsone o, appunto, una valigia. Nei tre trolley sequestrati e sottoposti alla prova del dna, non sono state trovate tracce biologiche di Kata.