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La scomparsa di Kata a Firenze

“Kata rapita per errore, ci penso io”, la strana telefonata che apre la pista del Perù per la bimba

Una telefonata arrivata dal Perù al padre della bimba faceva riferimento a un trasferimento della piccola in Sudamerica. Una ipotesi su cui gli inquirenti italiani cercano di fare luce attraverso contatti con la polizia e le autorità peruviane.
A cura di Antonio Palma
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"Kata Sta bene, l’hanno rapita per errore, ci penso io" è la strana telefonata arrivata dal Sud America che dà spazio a una nuova pista nelle indagini sulla scomparsa della piccola Cataleya Alvarez, la bambina di 5 anni sparita nel nulla nel pomeriggio di sabato 10 giugno 2023 dall'ex hotel Astor di Firenze, dove viveva in un alloggio occupato con i parenti. La telefonata sarebbe partita dal carcere peruviano dove è detenuto uno dei nonni di Kata, nei giorni successivi alla scomparsa della bimba, e indirizzata al padre della piccola ma da allora in realtà non vi sarebbe stato alcun seguito.

A parlare della strana conversazione, già emersa settimane fa, era stato lo stesso papà della bimba ma, secondo quanto rivela Repubblica, di quella telefonata ora sarebbero venuti a galla altri particolari grazie a una registrazione. Particolari che gli inquirenti stanno cercando di analizzare e vagliare per capire se effettivamente quelle affermazioni abbiano fondamento. In caso positivo, infatti, potrebbe emergere una nuova pista finora tenuta in secondo piano, il trasferimento di Kata nel Paese di origine dei genitori.

L'ultima immagine di Kata
L'ultima immagine di Kata

"È già qui in Perù, ci penso io", avrebbe detto il nonno di Kata nella telefonata. Affermazioni ovviamente tutte da verificare, visto che nel frattempo è passato del tempo e non vi sono stati sviluppi. Di fronte a un mistero che appare senza soluzione, gli inquirenti però avrebbero deciso si approfondire. La magistratura italiana infatti in queste settimane avrebbe cercato contatti con la polizia e le autorità peruviane per cercare eventuali indizi della presenza della bimba nel Paese o comunque la prova di contatti in relazione alla scomparsa della bimba che possano dare un quadro più chiaro dell'ambiente in cui tutto è avvenuto.

Una eventualità che resta remota per via delle enormi difficoltà nello spostare una bimba lungo un tragitto così lungo e soprattutto con le ricerche già in atto in tutta Italia già dalla sera della scomparsa. Nel frattempo gli inquirenti continuano a indagare nel contesto familiare della bambina privilegiando la pista di un vendetta per il racket degli affitti nell'ex albergo dove risiedeva la famiglia. Per questo nei giorni scorsi gli inquirenti avevano disposto la copia dei dati dei telefoni cellulari dei genitori della bimba e  di altri parenti vicini.

Nei giorni scorsi sono state arrestate e interrogate varie persone tra cui lo zio di Kata, proprio in relazione alle violenze connesse alla compravendita di alloggi nell'hotel occupato, ma tutti negano un collegamento con la scomparsa della bimba. L’obiettivo finale resta quello di capire se qualcuno abbia ricevuto informazioni utili sul rapimento e le abbia tenute nascoste.

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