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Joseph, 6 anni, in ospedale a Manchester per donare il sangue ai bimbi feriti

Joseph Griffiths ha 6 anni e vive a Manchester. Subito dopo l’attentato avrebbe voluto anche lui, come la madre, donare il proprio sangue e quando gli è stato detto che era troppo piccolo per farlo ha deciso di distribuire dolci e caramelle ai medici e alle vittime per “ringraziarli del loro lavoro”.
A cura di Giulio Cavalli
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C'è un bambino, a Manchester, che a sei anni si era messo in testa di donare il proprio sangue per aiutare i feriti dell'attentato terroristico avvenuto alla Manchester Arena. La sorella e la madre del suo migliore amico erano presenti al concerto di Ariana Grande e anche loro sono rimaste ferite dall'esplosione del kamikaze così Joseph ha pensato all'amicizia come ci pensano i bambini: come dono disinteressato e urgente per tendere la mano a qualcuno.

Quando ha sentito alla televisione che negli ospedali della città mancava sangue, soprattutto zero negativo, Joseph Griffiths, che vive con i genitori a Wythenshawe, ha scoperto di avere proprio quel gruppo sanguigno e ha convinto la sua famiglia ad andare al Wythenshawe Hospital per offrirsi come donatore. Semplice, lineare. Come sanno i bambini.

"Gli ho raccontato che sarei andata a donare il sangue e lui ha voluto a tutti i costi venire come me – ha raccontato la madre Leah al Mail Online – e anche se sapevo che era troppo piccolo per poterlo fare ho voluto comunque che mi accompagnasse. Appena i medici gli hanno detto che ovviamente un bambino non può essere un donatore è scoppiato a piangere, deluso, e io per consolarlo gli ho detto che avremmo comunque potuto essere utili portando dei dolci a tutte quelle persone che da 24 ore stavano curando i feriti senza mai fermarsi".

L'idea a Joseph è piaciuta moltissimo e così, poche ore dopo, si è ripresentato con biscotti, caramelle e cioccolatini per i feriti, i medici e gli infermieri. "Quando siamo arrivati – racconta la madre – fuori dall'ospedale c'era parcheggiato un furgone della polizia. Lui è andato da loro per offrigli del cioccolato e loro per ringraziarlo lo hanno fatto salire sul loro furgone e gli hanno fatto indossare il loro cappello. Poi siamo entrati in ospedale e lui ha offerto agli infermieri le torte e i biscotti. Loro sono rimasti stupiti, gli hanno chiesto perché lo stesse facendo e lui ha risposto che era lì per ringraziarli per tutto quello che stavano facendo, per il loro lavoro".

Grazie. Semplicemente. Senza spiegazioni. Come bisognerebbe avere il coraggio di fare.

Qualcuno degli infermieri ha pianto. Sciogliendo il dolore di quelle ore.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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