Jolly Amaranto arenata: marinai salvi, morto il cane mascotte Athos
Dopo tre giorni trascorsi in balia delle onde, la Jolly Amaranto si è arenata nel porto di Alessandria d'Egitto. Salvo l'intero equipaggio, formato da ventuno marinai, sedici dei quali di nazionalità italiana. In queste ore si attende un pool di esperti, che ha il compito di individuare i danni provocati dall'incidente; per il momento è alquanto difficoltoso entrare e uscire dal porto egiziano.
Tutto ha avuto inizio tre giorni fa, quando un'avaria al motore ha bloccato la Jolly Amaranto al largo delle coste egiziane, l'ultima posizione segnalata era ad una settantina di miglia dal porto di Alessandria d'Egitto; resi impossibili i soccorsi a causa delle condizioni climatiche. Questa notte la portacontainer è stata trainata all'imbocco del porto di Alessandria d'Egitto da tre rimorchiatori, uno a prua, uno a poppa, l'altro in assistenza . La nave è stata condotta verso il terminal, quando, intorno alle 1:10, il comandante Federico Gatto ha sentito due colpi sotto lo scafo; immediatamente dopo è entrato in avaria il rimorchiatore di prua. La nave si è arenata sul fondo sabbioso, che in prossimità del porto è relativamente basso; ha iniziato ad imbarcare acqua nelle stive e si è aperta una falla. La nave si è poi inclinata su un fianco per circa 10°.
Intorno alle 3, sono stati tratti in salvo i 21 marinai. Il comandante ed il primo ufficiale di coperta sono stati costretti ad abbandonare la nave intorno alle 5, perché continuava ad inclinarsi e c'era ben poco da fare.
Purtroppo, proprio nelle ultime ore, è stata data la notizia che Athos, il cane mascotte della Jolly Amaranto, il più grosso a bordo delle navi della flotta Ignazio Messina, dal rimorchiatore si è lanciato in mare per tornare di nuovo a bordo. Le eliche dell'imbarcazione hanno sollevato un'alta onda, che ha fatto affogare il cane. Un marinaio si è lanciato subito per trarlo in salvo, ma il suo tentativo gli avrebbe potuto costare la vita e, così, è stato lui stesso soccorso dai compagni.
E così si conclude l'Odissea della Jolly Amaranto.