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Jesolo, spedizione punitiva: baby gang di 30 ragazzi contro 3 bagnini, umiliati e picchiati

Una baby gang composta da trenta ragazzi, molti dei quali di 15-16 anni, ha organizzato una spedizione punitiva contro tre bagnini al lavoro in uno stabilimento balneare di Jesolo che sono stati insultati e picchiati. I tre hanno dovuto ricorrere alle cure mediche all’ospedale.
A cura di Davide Falcioni
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Una baby gang composta da una trentina di ragazzi molti giovani e di varia nazionalità ha aggredito, insultato e picchiato tre bagnini che stavano facendo il loro lavoro sulla spiaggia di Jesolo. I giovani, sia italiani che stranieri e molti di età compresa tra i 15 e i 16 anni, si sono scagliati contro tre addetti al salvataggio mandandoli in ospedale. Si è trattato, stando alle prime evidenze investigative, di una vera e propria spedizione punitiva progettata per lavare ‘l’onta' di essere stati spostati da dove si erano posizionati, ovvero a ridosso della torretta. Posizione non consentita per ragioni di sicurezza. In un video circolato in alcune chat i bulli si vantano: "Sei in ospedale adesso eh? Bagnini merda ciao ciao bagnini… non servono i bagnini … licenziati!".

L'episodio ha suscitato profonda indignazione nella cittadinanza e il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia ha commentato: "Ci lascia un profondo senso di amarezza. Si tratta di un gesto che in qualità di sindaco condanno con forza e che non può essere tollerato in alcun modo – ha proseguito – la provocazione e la violenza non fanno parte del dna di Jesolo e dei suoi cittadini e nessuno deve sentirsi in diritto di macchiare la reputazione e l’immagine della nostra città". Il primo cittadino ha quindi aggiunto: "Come sindaco e ancor più come padre, sono convito che debba arrivare una risposta univoca da parte dell’intera società. Dalle famiglie, che sono chiamate per prime ad avere la responsabilità nell’educazione e nella formazione, le quali devono essere affiancate e sostenute dalla scuola, dalle parrocchie e da tutti quei soggetti che a vario titolo entrano in contatto con i giovani". Infine, l'auspicio che si crei "una rete comune a tutti, famiglie e istituzioni".

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