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Jesolo, dopo lo stupro della 15enne in città manichini col cappio al collo: “Pena di morte”

Sagome nere col cappio al collo e un cartello con la scritta “Pena di morte agli stupratori” sono comparsi in vari di punti di Jesolo, dove qualche giorno fa una ragazza di 15 anni è stata violentata da un senegalese di 25 anni. L’iniziativa rivendicata da Forza Nuova: “Gli invasori africani hanno creato un’epidemia di stupri”.
A cura di Ida Artiaco
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Sagome nere col cappio al collo e un cartello con una scritta: "Pena di morte per gli stupratori". Accanto, il simbolo, ben visibile, di Forza Nuova, che ha anche pubblicato sui propri canali social una foto della singolare iniziativa lanciata per le strade di Jesolo. La cittadina balneare, a pochi passi da Venezia, è stata invasa da questi manichini nella notte tra lunedì 27 e martedì 28 agosto, a pochi giorni dallo stupro subito da una ragazza di 15 anni e per il quale è stato arrestato un cittadino senegalese, il 25enne Mohamed Gueye. "Alla luce dei recenti fatti di cronaca, dove gli invasori africani hanno creato un'epidemia di stupri, Forza Nuova indica la chiara necessità della difesa nazionale e patriottica. Uno Stato realmente nazionale e sociale condannerebbe alla pena massima chi viene per distruggere le vite degli italiani, non gli italiani stessi che muoiono di immigrazione e di infrastrutture devastate", si legge in un post condiviso su Facebook qualche ora prima e che bene spiega i motivi dell'iniziativa.

Il sindaco, Valerio Zoggia, ha condannato il gesto. Proprio nella giornata di ieri il Gip di Venezia, Roberta Marchiori, ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere per ​Mohamed Gueye, il 25enne senegalese da venerdì notte in carcere nella città lagunare con l'accusa di aver violentato una 15enne sull'arenile di piazza Mazzini a Jesolo. Il ragazzo ha ammesso di aver consumato il rapporto sessuale con l'adolescente, che si trovava in vacanza con i genitori, sostenendo tuttavia che lei fosse consenziente. Il 25enne è conosciuto nel mondo della malavita come "Mario", per la sua somiglianza con Balotelli e per il suo fanatismo calcistico, o più semplicemente "Momo". Secondo gli investigatori, contro di lui ci sarebbero prove "schiaccianti e inequivocabili". Proprio l'amministrazione comunale di Jesolo ha anche annunciato di volersi costituire parte civile nell'eventuale processo che sarà avviato nei confronti di Gueye.

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