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Jesi, la squillo Nina fa tremare la città. I clienti: “Non dite niente alle nostre mogli”

I clienti ‘Vip’ della casa a luci rosse sfilano al commissariato. Dal dirigente all’avvocato, l’imbarazzo nel confessare agli inquirenti le scappatelle hot.
A cura di B. C.
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"E' stato un momento di debolezza, sì è vero ci sono andato un paio di volte, ma non ditelo a mia moglie, vi prego..non mi rovinate". A supplicare Antonio Massara, il coordinatore locale della Polizia di Stato, è uno dei clienti di Nina, la 32enne moldava che si prostituiva a Jesi, in un appartamento nelle vicinanze di piazza Federico II. Tra i suoi clienti, avvocati e liberi professionisti della zona e di altri paesi della Vallesina. Una decina sono stati sentiti dagli agenti del Commissariato di Jesi, titolari dell’inchiesta. Secondo quanto trapelato, la giovane, in Italia con una falsa promessa di lavoro, chiedeva dai 100 ai 150 euro a prestazione. Sembra che Nina sia stata portata in Italia con l'inganno e messa in condizione di farsi sfruttare. In tal senso è stata già denunciata per sfruttamento della prostituzione una sua connazionale 50enne che le ha subaffittato l'appartamento. La polizia è riuscita a individuare i clienti -tutti tra i 40 e i 60 anni – grazie a un cittadino, residente nella stessa zona della prostituta, che ha dato loro la possibilità di effettuare appostamenti.

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