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Italiani uccisi da Hamas, indaga la procura di Roma: aperti fascicoli per terrorismo e omicidio

La Procura di Roma ha aperto due fascicoli di indagine contro ignoti sulla morte nell’attacco di Hamas del 7 ottobre dei tre cittadini italo-israeliani, i coniugi Evitar Kipnis e Liliach Lea Havron, 65 e 60 anni, e il 29enne Nir Forti. Il reato ipotizzato è quello di attentato con finalità di terrorismo e omicidio.
A cura di Eleonora Panseri
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A sinistra i coniugi Evitar Kipnis e Liliach Lea Havron, 65 e 60 anni, a destra il 29enne Nir Forti.
A sinistra i coniugi Evitar Kipnis e Liliach Lea Havron, 65 e 60 anni, a destra il 29enne Nir Forti.

La Procura di Roma ha aperto due fascicoli contro ignoti in relazione alla morte dei tre cittadini italo-isreaeliani, i coniugi Evitar Kipnis e Liliach Lea Havron e Nir Forti, uccisi da Hamas nel corso dell'attacco avvenuto il 7 ottobre scorso.

I pubblici ministeri di piazzale Clodio, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi, procedono per il reato di attentato con finalità di terrorismo e omicidio. I tre furono trovati privi di vita alcuni giorni dopo l'attacco. Ad annunciare la loro scomparsa il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

L'annuncio della morte dei tre italo-israeliani

Il primo a essere dichiarato morto era stato il 65enne Eviatar Moshe Kipnis "Con grande tristezza confermo il decesso di Eviatar Moshe Kipnis, cittadino italo-israeliano disperso dopo l'attacco terroristico di Hamas in Israele. Sono vicino alla famiglia, in particolare ai suoi due figli che ho conosciuto durante la mia missione a Tel Aviv", aveva scritto su X il ministro.

Poi era arrivato l'annuncio della morte della moglie di Eviatar Kipnis, la 60enne Liliach Lea Havron. "Ho appreso del decesso di Liliach Le Havron, italo-israeliana e moglie di Evitar Kipnis il cui corpo era stato ritrovato nei giorni scorsi. Entrambi erano scomparsi dopo l'attacco di Hamas. Rinnovo le condoglianze ai figli e alla famiglia. Per l'Italia un altro giorno di lutto", le parole di Tajani.

"Purtroppo anche Nir Forti è deceduto", aveva infine annunciato il ministro degli Esteri sempre su X diffondendo la notizia del ritrovamento del corpo del 29enne. "Era l'ultimo dei 3 italo-israeliani dispersi. Mi stringo al dolore dei suoi genitori, li avevo incontrati durante la visita a Tel Aviv. Morire a 29 anni, barbaramente ucciso dai terroristi, è profondamente ingiusto".

Chi erano i tre italo-israeliani uccisi da Hamas

Evitar Moshe Kipnis, 65 anni, e Lilach Lea Havron, 60, al momento dell'attacco si trovavano nel kibbutz di Be’eri, a pochi chilometri di distanza dal confine orientale della Striscia di Gaza, lo stesso dove l’organizzazione rabbinica Zaka ha annunciato la scoperta di 108 corpi di israeliani, nel primo giorno di ricerche delle vittime.

Secondo quanto si è appreso, Evitar era uno dei capi del kibbutz dove era stato rapito. Insieme ai membri del villaggio aveva dato vita a una rete organizzativa per coordinarsi su eventuali incursioni da Gaza. L'uomo, stando a quanto reso noto anche dal figlio in varie interviste, assumeva dei farmaci che dopo il suo rapimento non avrebbe più potuto prendere.

L'ultima volta che i figli avevano avuto notizie dei due coniugi, è stata nella mattinata del 7 ottobre, quando i due avevano cercato di tranquillizzare i cari raccontando di essere chiusi nella "safe room" della loro abitazione. In quel preciso istante, i miliziani di Hamas stavano bussando alla porta e poi avevano iniziato a sparare per fare irruzione in casa.

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Nir Forti, 29 anni, aveva partecipato, insieme alla sua fidanzata israeliana, al Festival della Musica di Be’eri, il rave teatro di uno dei primi massacri di Hamas. Secondo un amico in quell'occasione sarebbe stato ferito al torace, episodio in seguito confermato dai genitori.

Originario di Omer, 10 chilometri a est di Beer Sheva, Nir Forti viveva da anni a Tel Aviv, dove lavorava come responsabile vendite presso la TytoCare, un’azienda che si occupa di assistenza sanitaria. Aveva la doppia cittadinanza italo-israeliana.

Il padre e la madre avevano aggiunti che l'ultima volta che lo avevano sentito erano le 8 del mattino di sabato 7 ottobre, e "ci ha detto è che erano stati bloccati dalla polizia", ma "abbiamo capito che era una cosa strana, poi che non era polizia, si vede che lui non ha immaginato che fossero terroristi".

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