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Italiani favorevoli all’obbligo vaccinale: due su tre sono d’accordo

Gli italiani sono favorevoli all’obbligo vaccinale, non solo quella predisposto dal governo per gli over 50 ma anche rispetto a una eventuale estensione all’intera popolazione. È quanto emergo da un sondaggio del Corriere della Sera.
A cura di Chiara Ammendola
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Gli italiani sono favorevoli all'obbligo vaccinale. E non solo quello già attuato dal governo nel provvedimento che vuole le persone over 50 tutte vaccinate, per legge: più della metà degli italiani vorrebbe infatti che l'obbligo venisse esteso anche al resto della popolazione. È quanto emerge da un sondaggio effettuato dal Corriere della Sera che ha sottoposto agli intervistati diversi quesiti che non riguardano solo l'obbligo vaccinale ma anche lo smart working e la didattica distanza. Nello specifico per quanto riguarda l'obbligo vaccinale, se si guarda al provvedimento emanato dal governo per gli over 50, poco più di un italiano su dieci si è dichiarato favorevole. La percentuale aumenta invece al 53% riguardo un eventuale obbligo esteso all'intera popolazione, indipendentemente dall’età e dal tipo di occupazione. C'è una percentuale, intorno al 9 circa, che invece vorrebbe limitare l'obbligo solo a coloro che lavorano nei settori essenziali e a rischio, come il personale sanitario o le forze dell’ordine. Chi invece è contrario a qualsiasi tipo di obbligo è il 20% degli intervistati.

Per quanto riguarda invece gli altri due temi ampiamente discusso fuori e dentro le fila del governo, le percentuali cambiano. Sulla scuola a emergere è il dato favorevole nei confronti del ritorno in classe in presenza, per lo smart working invece i lavoratori sono piuttosto divisi. Nello specifico il 43% approva la decisione di riaprire regolarmente gli istituti scolastici mentre il 22% avrebbe scelto per i propri figli la dad, la didattica a distanza, almeno per queste settimane in cui i contagi sono in risalita. Infine il 21% avrebbe scelto addirittura di non riaprire le scuole nemmeno nel breve termine posticipando il tutto a data da destinarsi. Cambiano invece le opinioni per il cosiddetto lavoro da casa che, sebbene consigliato a pubblica amministrazione e imprese privati, dal governo, non trova fattibilità nei lavoratori. C'è chi, come i dipendenti pubblici (43%) e impiegati e dirigenti del settore privato (38%), ne faranno uso. Due su tre (64%), se si guarda ad altri settori privati, non hanno la possibilità di lavorare in smart, il 19% non ritiene di poter aumentare le ore in smart e solo il 14% prevede di lavorare di più da casa.

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