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Italiani ‘asini: gli errori grammaticali più frequenti, ecco la galleria degli orrori

7 su 10 litigano con la grammatica, secondo uno studio realizzato dal Survey of Adult Skills (Piaac), con errori che vanno dalla punteggiatura, all’apostrofo, all’uso del congiuntivo. Anche i pronomi mettono in grande difficoltà i nostri connazionali. E poi c’è quella C che spesso diventa K…
A cura di Biagio Chiariello
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Qual’è, pultroppo, propio, avvolte. E ancora c’è nè o c’è né, pò, cortelli, uso spropositato della K al posto di C/CH. Sono questi i più gettonati orrori grammaticali a cui vanno incontro almeno 7 italiani su 10 (71%) nello scritto, ma anche nel parlato. Un triste dato che emerge da un'indagine realizzata da Libreriamo in occasione della XVII Settimana della lingua italiana nel mondo, su circa 8000 italiani di età compresa tra i 18 e i 65 anni. L'indagine è stata condotta con la metodologia WOA (Web Opinion Analysis) attraverso un monitoraggio in Rete sulle principali testate di settore, social network, blog, forum e community dedicate al mondo della cultura e su un panel di 30 esperti tra sociologi e letterati con l’obiettivo, appunto, di capire quali sono i principali errori grammaticali che commettono gli italiani. “Questo è un problema che viene troppo spesso sottovalutato – afferma Saro Trovato, sociologo e fondatore di Libreriamo -. Non è possibile commettere certi errori e soprattutto non è accettabile che a farli siano soprattutto i giovani. Questo è figlio di un cattivo uso di Internet e dei social, che oramai sono diventati la prima fonte di svago per i giovani, sottraendo tempo allo studio della nostra lingua”.

Quali sono i classici errori che fanno gli italiani?

Sicuramente scrivere ‘qual’è?' invece di ‘qual è' (76%) è il più comune. L’apostrofo in questo caso non va messo. Nelle vette della classifica c’è anche l’apostrofo (68%) con un e una. Quando si mette? Semplice, con tutte le parole femminili, quindi: ‘un’amica sì' e ‘un amico no'. Usare correttamente il congiuntivo (69%) poi sempre essere complicata per molti italiani. “L’importante è che hai superato l’esame”, seppur molto usata questa è una formula grammaticale scorretta perché in questo caso bisogna usare il congiuntivo: “L’importante è che tu abbia superato l’esame”.

Uso della K al posto della C

I pronomi (65%) rappresentano un altro enorme scoglio grammaticale per i nostri connazionali. “Gli ho detto che era molto bella”. In questo caso, in riferimento ad una persona di sesso femminile, bisogna usare il pronome “le”: “Le ho detto che era molto bella”. Un altro grande classico è l’uso della C o della Q (58%). Nella lingua parlata naturalmente l’errore non si nota, ma nello scritto è tutta un’altra storia. Non si scrive “evaquare l’edificio”, ma “evacuare l’edificio”. E sempre a proposito di C, un altro errore – sicuramente veicolato dall’uso dei cellullari – è l’uso spropositato della K (38%): “Ke cosa facciamo?”, “Ke cosa fai?”. Ma la “storpiatura” della lingua italiana prevede tante altre abbreviazioni: “mi piace tt questo” (35%) invece di “mi piace tutto questo” oppure “nn sopporto chi scrive così” (34%) al posto di “non sopporto chi scrive così”. Anche la punteggiatura (41%) fa molte vittime. Virgole, punti e virgola, due punti, non vanno mai usati alla leggera.

Un po', si scrive così

‘Un po’ o un pò?' ci cade il 39% degli italiani. La parola ‘pò' con l’accento risulta sempre più diffusa, ma è sbagliata. Va scritto ‘un po’' con l’apostrofo, perché la forma è il risultato di un troncamento. Ma se quelli appena citati sono gli errori più comuni commessi dagli italiani, quali sono invece quelli più originali? Un esempio ‘curioso' arriva dal settore beauty. Andare dall’estetista, ad esempio, può diventare un rischio … a livello grammaticale: infatti uno degli errori che viene commesso dai clienti è questo: “Devo fare la ceretta al linguine” (13%) invece della forma corretta “Devo fare la ceretta all'inguine”.

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