Parto forzato per un’italiana a Londra, servizi sociali le portano via la figlia

Una donna, all’estero per lavoro, è stata sedata in ospedale e sottoposta a un taglio cesareo forzato in seguito a una crisi depressiva. La neonata è stata poi presa dai servizi sociali che hanno avviato le pratiche per l’adozione da parte di una famiglia inglese. È quanto accaduto nel 2012 a un’italiana incinta che si trovava in Gran Bretagna per lavoro. La sua storia è stata ricostruita dal Telegraph: la donna, mentre si trovava nell’Essex per un corso di addestramento, ha sofferto di un attacco di depressione mentre era in attesa di un figlio. Si trattava di un attacco di panico dovuto, a quanto pare, dall’errata assunzione di alcuni farmaci che le erano stati prescritti per un disordine bipolare. Lei stessa aveva chiamato la polizia che l’ha accompagnata in un ospedale che poi è risultato essere una struttura psichiatrica. Dopo alcune settimane costretta in quella struttura l’avrebbero fatta partorire. I servizi sociali – scrive il giornale inglese – hanno ottenuto un ordine dei giudici per sedarla e per sottoporla a un taglio cesareo dopo il quale hanno posto in adozione la bambina.
Una bimba che ora ha 15 mesi e che non può stare con sua madre: è infatti sotto la tutela dei servizi sociali britannici. Si è trattato di un caso “senza precedenti”, denunciano i legali della donna italiana. Secondo quanto ricostruito, i servizi sociali inglesi non hanno consultato né la famiglia della donna né hanno coinvolto i servizi sociali italiani e, anche se adesso la donna sostiene di stare bene, si rifiutano di affidarle la figlia. Il giudice ha infatti confermato la disponibilità all’adozione della piccola per il rischio che la madre possa subire un nuovo collasso. Il Telegraph scrive inoltre che il caso è stato sollevato anche davanti ai giudici italiani, che hanno messo in discussione il motivo per cui questo procedimento sia stato applicato al figlio di un cittadino italiano con “residenza abituale” in Italia.