"Le imprese italiane sono vicinissime alla fine". Lo ha detto sottovoce, il presidente di Confindustria, Squinzi, dopo l'incontro con Bersani. Ha parlato chiaro: 3 milioni di disoccupati, con punte di quasi il 40% per i giovani, tutte le imprese sull'orlo della disperazione. Ha fatto anche le sue proposte. Cose serie, non le caramelle di Montecitorio. Abbassare il costo del lavoro, pagare subito i debiti della Pubblica amministrazione, mettere in circolo liquidità, sbloccare il credito bancario. Far crescere i consumi, le produzioni, il lavoro. Per farlo ci vuole un governo. Ma le elezioni si sono svolte da un mese e siamo ancora tutti fermi. Il circo della politica parla d'altro. Quisquilie. Formalismi. Tattiche. Veti incrociati. Simboli. Ognuno per sé. Paralisi. Come se ci fosse un tempo infinito di attesa. "E' l'ultima chiamata per l'Italia", ha detto, lapidario, Squinzi. In quanti lo hanno capito?