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Italia e Scommesse: in Campania si gioca di più

Gli scommettitori della Campania sono i più assidui anche quando il calcio offre solo campionati sconosciuti ai più. Ma c’è un allarme su scala nazionale: 3 milioni di giocatori sono minorenni.
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scommesse in campania

Multipla a quota fissa oppure un live betting? Doppia chance o pronostico secco? Abbiamo scommesse per tutti i gusti e per tutte le tasche. Puoi scommettere come, quando e quanto vuoi nella speranza che vengano ascoltati i vari "Giocate responsabilmente", che sembrano però sempre più assomigliare a quella formalità che è "Il fumo uccide" sui pacchetti di sigarette.

Le scommesse sportive e gli italiani sono un binomio ormai quasi inscindibile e, la varietà di scelta unita agli eventi praticamente presenti in ogni momento dell'anno, fanno delle agenzie di scommesse la tappa fissa del giocatore medio, anche in estate, con il prospetto delle quote che assomiglia sempre più ad un lenzuolo a due piazze piuttosto che ad un semplice elenco dei palinsesti.

CAMPANIA SCATENATA – Del resto il trend è confermato anche dai dati su quanto raccoglie il business delle scommesse con la Campania orgogliosamente primatista anche nello scorso mese di luglio che, nonostante la possibilità di giocare anche i match più improbabili e quindi meno seguiti in teoria, dal Giappone al mondiale femminile, dai campionati scandinavi a quelli del profondo est europeo, resta saldamente al comando tra le regioni dove si scommette di più. Secondo quanto riportato da Agipronews, la Campania ha raccolto 21,6 milioni di euro, segno meno confrontando luglio 2010 a quota 28,7 milioni di euro, e resta in testa alla classifica. Segue la Lombardia con 17,7 milioni di euro, facendo registrare un calo del 21% rispetto all'anno precedente mentre la terza piazza spetta al Lazio che raccoglie 14,2 milioni di euro (-21,72% rispetto a luglio 2010). La regione che scommette di meno è la Valle d'Aosta che raccoglie solo 68mila euro.

minori giocano online

ALLARME MINORI – Ma c'è un allarme che, stavolta, è su scala nazionale. I minori che, tra gioco online, sale Bingo e agenzie di scommesse, riescono a bypassare il divieto imposto loro di giocare d'azzardo sono oltre 3 milioni e c'è il rischio che diventi una patologia. A renderlo noto è l'Associazione Contribuenti italiani che rileva che il contributo dei minori nella raccolta è di quasi 2.200 euro al mese, un dato in costante aumento e molto preoccupante. I controlli andrebbero inaspriti ma i giovani e furbi scommettitori riescono spesso a scavalcare il divieto grazie a due canali in particolare: intestano conti online ai propri genitori, senza che questi ne sappiano nulla mentre, nelle agenzie, riescono con la compiacenza di qualche incosciente signore a delegare la loro giocata e capita sempre meno spesso che l'addetto ai terminali riesca a prevenire la "truffa" ai loro danni anzi, molto spesso, gli stessi alzano bandiera bianca e lasciano giocare anche se riescono ad accorgersi di trovarsi tra le mani una comanda richiesta da un minore. Perchè il ragionamento, perverso, di base resta sempre lo stesso: per uno che blocco, ce ne saranno altri cento che giocheranno. Come intervenire? Per quanto concerne l'aspetto del gioco online, si potrebbe magari cercare di aumentare i controlli alla fonte, già al momento della registrazione, facendo in modo che al minore non basti creare una email fasulla, rubare i dati di papà dal suo portafogli e cominciare a giocare indisturbato. Per quanto riguarda le agenzie di scommesse, il vigile controllo degli impiegati deve essere la "conditio sine qua non", unita ovviamente anche ad una responsabilità civile dei frequentatori dell'agenzia. E magari, se papà se ne accorge, due sganassoni non hanno mai fatto male a nessuno. "Così impari" – diceva il babbo.

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