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Covid 19

La variante Delta è dominante: riscontrata nel 94,8% dei tamponi positivi

La mutazione  B.1.617.2 al 20 luglio era stata riscontrata nel 94,8% dei tamponi positivi, in forte aumento rispetto alla rilevazione del 22 giugno e con valori oscillanti tra le singole regioni tra l’80% e il 100%. Sempre al 20 luglio, la variante ‘Alfa’ aveva una prevalenza pari al 3,2% mentre la ‘brasiliana’ era all’1,4%.
A cura di Davide Falcioni
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La variante Delta è ormai largamente dominante in Italia: stando all'ultimo report pubblicato oggi dall'Istituto Superiore della Sanità la mutazione  B.1.617.2 al 20 luglio era stata riscontrata nel 94,8% dei tamponi positivi, in forte aumento rispetto alla rilevazione del 22 giugno e con valori oscillanti tra le singole regioni tra l’80% e il 100%. Sempre al 20 luglio, la variante ‘Alfa’ aveva una prevalenza pari al 3,2% mentre la ‘brasiliana’ era all’1,4% (0-16,7%). L’indagine – condotta da ISS e Ministero della Salute in collaborazione  con la Fondazione Bruno Kessler – integra le attività di monitoraggio di routine, e non contiene quindi tutti i casi di varianti rilevate ma solo quelle relative alla giornata presa in considerazione; quella, per l'appunto, del 20 luglio. "La rapida diffusione della variante Delta, ormai predominante, è un dato atteso e coerente con i dati europei, che deve essere monitorato con grande attenzione – ha dichiarato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro – È fondamentale continuare il tracciamento sistematico dei casi per individuare i focolai, e completare il più velocemente possibile il ciclo vaccinale, dal momento che questo garantisce la migliore protezione".

L'Istituto Superiore della Sanità ha ricordato che "la variante Delta è caratterizzata da una trasmissibilità dal 40 al 60% più elevata rispetto alla variante Alfa, ed è associata ad un rischio relativamente più elevato di infezione in soggetti non vaccinati o parzialmente vaccinati". Per questa ragione nell’attuale scenario europeo e nazionale, caratterizzato dalla circolazione di diverse varianti di SARS-CoV-2, "è necessario continuare a monitorare con grande attenzione, in coerenza con le raccomandazioni nazionali ed internazionali e con le indicazioni ministeriali, la loro diffusione ed, in particolare, di quelle a maggiore trasmissibilità o con mutazioni correlate a potenziale evasione della risposta immunitaria". Per finire "al fine di contenerne ed attenuarne l’impatto, è importante mantenere l’incidenza a valori che permettano il sistematico tracciamento della maggior parte dei casi positivi e, per quanto possibile, il sequenziamento massivo di SARS-CoV-2 per individuare precocemente e controllare l’evoluzione e il rapido diffondersi di varianti virali nel nostro Paese".

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