Iss: “Covid ora circola tra i giovani di 10-29 anni. Terza dose vaccino? Decisione entro un mese”
L’infezione in Italia, come in molti altri Paesi europei, sta crescendo. Nella consueta conferenza stampa del venerdì il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, ha spiegato che sono 3.845 i Comuni in cui si rileva almeno un caso, quasi 900 centri in più rispetto alla scorsa settimana. La circolazione del Coronavirus, ha precisato Brusaferro, è stata registrata soprattutto nelle fasce più giovani, tra 10 e 29 anni. "L'occupazione dei posti letto ospedalieri segna una crescita ma contenuta mentre l'incidenza in molte aree è sopra i 50 casi per 100.000 abitanti, critica per il tracciamento. Inoltre l'Rt proiettato per la prossima settimana mostra una stabilizzazione: è un dato da confermare ma siamo comunque sopra la soglia epidemica, e cresce Rt ospedaliero. Siamo in una fase in cui dobbiamo muoverci con grande prudenza”, ha detto il presidente dell'ISS nel corso della conferenza stampa sull'analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di regia.
Brusaferro e Rezza hanno parlato della diffusione della variante Delta nel nostro Paese, col presidente dell'Iss che ha sottolineato ancora una volta l'importanza di completare il ciclo vaccinale. Al 20 luglio in Italia la prevalenza della variante Delta era del 94,8%, in forte aumento rispetto alla indagine del 22 giugno, con valori oscillanti tra e singole regioni tra 80% e 100% secondo quanto emerge dall’ultima indagine rapida sulle varianti. “Il vaccino riduce la probabilità di contrarre l’infezione, e ancora di più il rischio di ospedalizzazione e di mortalità. Se i vaccinati contraggono l’infezione, nella maggior parte dei casi hanno sintomi lievi, ma il virus si moltiplica e possono trasmetterlo. Fauci ha sottolineato che lo possono trasmettere come possono trasmetterlo i positivi non vaccinati. Per questo bisogna continuare a usare mascherine e distanziamento ed essere prudenti”, ha detto inoltre Brusaferro rispondendo a una domanda sulla possibilità dei vaccinati di contrarre il virus e contagiare altri.
Il professor Gianni Rezza ha risposto anche a una domanda sull’eventuale terza dose di vaccino necessaria per proteggerci dal Covid-19. Ha spiegato che in Italia c’è ancora indecisione sull’argomento, che non ci sono evidenze così forti da poter dire di fare la terza dose a tutti o a qualcuno. “Alcuni paesi come Israele hanno scommesso sulla terza dose dopo 5-6 mesi dopo il completamento del ciclo vaccinale, l’Inghilterra sta pensando a un richiamo ai più fragili, altri Paesi hanno deciso di vaccinare persone immunodepresse”, ha spiegato Rezza precisando che su altre categorie anche in Europa c’è una discussione e ancora non si è arrivati a una decisione. “Gli studi dicono che almeno fino a 9 mesi siamo protetti, almeno dalle forme più gravi della malattia, nel giro di un mese dovremo decidere chi vaccinare e in quali tempi con la terza dose”, ha detto quindi sottolineando che probabilmente le persone più fragili e immunodepresse avranno una terza dose.