Isabella di Leo ha ventinove anni ed è nata a Milano, anche se da tempo si trova a Gorgonzola dove abita col proprio compagno. È una grafica pubblicitaria ma da sempre sogna il fumetto, un mondo dove è difficile distinguersi ma che lei ha saputo sprigionare utilizzando la propria sofferenza e le difficoltà vissute, ribaltandone la prospettiva attraverso i colori e l'allegria.
Solo un anno fa, infatti, ha scoperto di avere un “ospite”, come lo chiama lei. Per sei mesi i medici non sono stati in grado di identificarlo: tra marzo e dicembre del 2017 ha così trascorso la sua vita inconsapevole del fatto che qualcosa la stesse letteralmente mangiando. È stato alla fine di quell’anno, però, che quella che pareva essere una semplice cisti al seno ha iniziato a insospettirla, al punto da farle decidere di cambiare ospedale. Nel giro di pochi giorni una benedetta biopsia le ha regalato, per Natale, la risposta che nessuno aveva trovato: carcinoma mammario triplo negativo ad uno stadio parecchio avanzato e con una rapida proliferazione in corso.
“Quando un medico ti da una notizia simile non riesci a capacitartene – racconta Isabella – perché certe scene sei abituato a vederle solo nei film. Non mi sono però mai pianta addosso e grazie alla mia famiglia e al mio compagno, accanto in ogni momento insieme a tutti i miei amici, mi sono fatta forza.”
La chemioterapia è arrivata inesorabile. E la chemio, si sa, ti può salvare ma anche distruggere: Isabella però, in quella che lei definisce “la sua superficialità”, pareva essere molto più terrorizzata dall’idea di camminare in mezzo alla strada senza capelli, senza il suo amato caschetto rosso che l’ha sempre contraddistinta. Nel frattempo però, ben quattro cicli di chemio rossa, dodici cicli di taxolo e otto mesi di calci nel sedere a quell’ “ospite” sono riusciti a ridurre il male da 6,5 centimetri a 0,4:
“Un test genetico rivelò che avevo la mutazione BRCA1, comportando un'elevata percentuale di insorgenza di tumori molto aggressivi al seno e all'ovaio. Non ci sono ad oggi cure all'infuori della mastectomia bilaterale preventiva e la rimozione delle ovaie (questa dopo i trentasette anni), la parola d'ordine è dunque prevenzione! Che poi, sono meglio due tette finte che sette mesi di chemio, vi assicuro!”
Con una mastectomia bilaterale, appena un mese fa la ragazza si è definitivamente liberata da ciò che di maligno era rimasto nel suo seno, ed oggi è riuscita a rimettersi quasi del tutto in sesto, salvo alcuni dolori post-operatori che non le permettono di fare ancora grandi sforzi. Quando le cicatrici si saranno del tutto risanate sarà il momento della radioterapia, decretando così l’arrivo di un traguardo bellissimo. Ma c’è molto di più che vale la pena raccontare di questa storia che, purtroppo, per moltissime donne non è niente di nuovo: è così che nasce “Triplo Guaio” (qui il sito ufficiale)!
Durante i lunghi mesi di cure che ha dovuto affrontare, Isabella ha conosciuto moltissime persone. Tra queste c’è una splendida volontaria che le è stata accanto fin dalla prima infusione: il suo grande sorriso e le belle chiacchierate trascorse insieme le hanno permesso di vivere il tutto con meno tensione, senza tralasciare l’allegria e la positività. Così, ogni giovedì, quella persona le è stata vicino al punto che l’ansia si è dissolta, rendendo “il giorno delle cure” un “giorno come un altro”.
È proprio da questa esperienza che nasce il progetto di Isy. Così come una sconosciuta ha aiutato lei, la ragazza ha voluto ricambiare il sostegno aiutando conosciuti che si riconoscono nella sua esperienza, e vuole farlo attraverso la cosa che le riesce meglio: il disegno.
“Una sera di luglio ero al pc. Stavo facendo alcuni schizzi con la mia tavoletta grafica, quando all'improvviso una domanda mi è balenata nella testa: che aspetto avrebbe la mia malattia se fosse un personaggio dei fumetti? È lì che è nato QBM, il protagonista di queste ‘strip' insieme alla sottoscritta. Mi divertiva l'idea di poter parlare con la mia malattia, farci dei discorsi, dirle quello che pensavo nei suoi riguardi. Che d'altro canto è un personaggio negativo: bugiardo e subdolo, con i suoi continui tentativi di abbattermi… Ma la sfida sta nel non dargli retta.”
Le idee sono allora sgorgate numerose e così ha deciso di renderle un progetto a tutti gli effetti, pubblico, con l’obiettivo di dare un po’ di allegria e sollievo anche agli altri, per non far sentire nessuno solo: “leggere su facebook di donne che si identificavano nei miei disegni è stata la gioia più grande che potessi ricevere! Perché una risata non può certo curare la malattia, ma innegabilmente permette di affrontarla con più serenità e coraggio.”
E finché avrà ispirazione e la farà stare bene, Isabella continuerà a disegnare.