Ipotesi dimissioni papa Francesco, Valli: “Difficilmente rinuncerà finché sarà vivo Ratzinger”
Esiste una lettera di dimissioni preventive firmata da Papa Francesco nel 2013. Il pontefice lo ha raccontato in un'intervista rilasciata al quotidiano spagnolo Abc. Nel giorno del suo compleanno, Bergoglio ha rivelato di aver consegnato una lettera di dimissioni preventive a Tarcisio Berone, che allora era segretario di Stato. In caso di impedimento medico, quindi, il Papa rinuncerebbe alle sue funzioni. "Non l'ho mai detto prima" ha ammesso davanti ai giornalisti spagnoli spiegando però di aver ricominciato a camminare. "La decisione di non operarmi al ginocchio alla fine si è rivelata giusta" ha sottolineato quasi a dichiarare scongiurato il pericolo di una rinuncia.
"Nulla di nuovo: la rinuncia all'ufficio di un pontefice deve essere manifesta quando il Papa è nel pieno possesso delle sue facoltà fisiche e mentali. Per questo Bergoglio ha scritto un biglietto già nel 2013" ha dichiarato a Fanpage.it il vaticanista e saggista Aldo Maria Valli, titolare del blog "Duc in altum".
Papa Francesco ha detto di aver firmato un documento relativo alle dimissioni in caso di eventuali peggioramenti delle sue condizioni di salute già nel 2013. La sua "confessione" deve farci credere che la rinuncia è stata del tutto scongiurata?
Non sono in grado di dire che cosa ci sia nella mente di Francesco. Posso solo ricordare che la rinuncia all'ufficio di romano pontefice è un istituto giuridico espressamente previsto dal Codice di diritto canonico che prevede che il Papa manifesti la sua intenzione nel pieno delle sue facoltà fisiche e mentali. Ecco perché Bergoglio ha scritto un biglietto già nel 2013.
Durante l'intervista ad Abc Papa Francesco ha affermato che la decisione di Ratzinger ha aperto la strada alle dimissioni per motivi di salute. Pensa sia effettivamente così?
Se parliamo di rinuncia, dobbiamo ricordare che non è stato Benedetto XVI ad aprire la strada. Lungo la storia ci sono stati altri casi di rinuncia, sia pure molto lontani da noi. Il caso più celebre è quello di Celestino V, il monaco che rinunciò il 13 dicembre 1294 e il cui successore fu Bonifacio VIII. Circa la rinuncia per motivi di salute, sì, in effetti Benedetto XVI ha aperto una strada, e possiamo immaginare che ci saranno altri casi visto il considerevole aumento della durata della vita e dunque della vecchiaia.
Bergoglio ha detto anche di star meglio e di aver ripreso a camminare. Sembra che il pontefice affronti l'argomento dimissioni con più serenità. Dobbiamo credere che nei mesi scorsi l'ipotesi di una rinuncia fosse più concreta di quanto dicesse?
Non abbiamo elementi per dire se abbia seriamente pensato alle dimissioni. Quel che ora sappiamo è che esisterebbe un documento firmato dal Papa. Quanto alle sue condizioni di salute, possiamo vedere che si muove a fatica e a volte è costretto a usare la sedia a rotelle, ma, a parte questo, le sue capacità di governo non sembrano compromesse. Lui stesso, alludendo alle difficoltà di deambulazione, nell’intervista al quotidiano spagnolo ABC ha detto che “si governa con la testa, non con il ginocchio”.
Possiamo anche immaginare che finché Benedetto XVI sarà in vita difficilmente Francesco potrà rinunciare a sua volta. La gestione di due papi emeriti non sarebbe facile.
Papa Francesco dice di voler nominare una donna a capo di un dicastero che si libererà fra due anni. Sono progetti per il futuro o parte di un "lascito" prima di ritirarsi?
Direi entrambe le cose. Evidentemente Francesco vuole dare un’indicazione per il futuro. Può riguardare se stesso ma anche il successore, che potrebbe sentirsi moralmente vincolato a rispettare l’indicazione data dal Papa che lo ha preceduto.