Fanpage.it riceve e pubblica la lettera di un lettore, Mauro:
"Sono Mauro e vorrei segnalarvi una importante problematica legata al Green pass. Io ho lavorato ad Abu Dhabi fino a fine aprile 2021 e qui a marzo ho dovuto fare 2 dosi di vaccino Sinopharm per poter continuare a lavorare. Ora che sono in Italia non ho modo di ottenere il Green pass in quanto il mio vaccino non è riconosciuto e tentando di procedere a una vaccinazione aggiuntiva tutti i medici non si prendono la responsabilità di individuare un vaccino adatto a una terza dose. Non so se vi sono arrivate altre segnalazioni simili ma non so più a chi rivolgermi per ottenere soluzioni".
Il problema di Mauro è assai comune. Il ministero della Salute ha cercato di dissipare i dubbi nelle Faq pubblicate sul proprio sito internet. In realtà, coloro che si sono vaccinati all'estero possono ottenere la certificazione verde valida anche in Italia, ma solo se è stato somministrato uno dei vaccini approvati da Ema e da Aifa, quindi Pfizer, Moderna, Astrazeneca e J&J. "I cittadini italiani (anche residenti all’estero) – si legge sul sito del Ministero – e i loro familiari conviventi, indipendentemente dal fatto che siano iscritti al Servizio Sanitario Nazionale o al SASN (Assistenza Sanitaria al Personale Navigante), e tutti i soggetti iscritti a qualunque titolo al Servizio Sanitario Nazionale che sono stati vaccinati all’estero contro il SARS-CoV-2 o che sono guariti all’estero da COVID-19, potranno richiedere, se si trovano già sul territorio italiano , il rilascio delle certificazioni verdi COVID-19 per vaccinazione o per guarigione, emesse dalla Piattaforma nazionale-DGC", sulla base della circolare del 4 agosto 2021. Ma ciò non vale per i vaccini che non sono stati approvati dalle nostre autorità competenti, come quello russo e quelli cinesi, come per l'appunto Sinopharm. Chi si trova nella situazione di Mauro può ottenere il Green pass ma solo attraverso tampone (si deve risultati negativi a un tampone molecolare o rapido nelle 48 ore precedenti).