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Io sto con Lapo, vittima sacrificale del perbenismo borghese

La vicenda di Lapo Elkann arrestato in Usa a causa di un finto rapimento inscenato per chiedere diecimila euro di riscatto alla propria famiglia ha fatto ridere tutto l’Internet. Ma guardandola da un’altra prospettiva, in questa tragicomica e grottesca situazione poco c’è da ridere, molto invece dovrebbe dar da pensare.
A cura di Charlotte Matteini
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Foto Mario Cartelli/LaPresse 20/02/2014 Milano - Italia Moda Lapo Elkann alla sfilata di Moschino, Corso Venezia Milano - Italia. Nella foto: Lapo ElkannPhoto Mario Cartelli/LaPresse20-02-2014 Milan (Italy)FashionLapo Elkann at Moschino fashion showIn the picture: Lapo Elkann
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Una sceneggiatura degna di un film B-movie con qualche spruzzata di grottesco. Lapo Elkann arrestato in America per aver finto un rapimento e chiesto alla propria famiglia diecimila euro di riscatto da devolvere alla escort transessuale contattata per vivere 48 ore di bagordi, tra alcool e cocaina. Nemmeno con tanta fantasia e forza di volontà sarebbe stato possibile ideare una sceneggiata così tragicomica e bizzarra. Ma si sa, spesso la realtà supera la fantasia e oggi sui giornali e sui social network si è parlato solamente delle incursioni dell'ereditiere nipote di Gianni Agnelli. Sfottò, prese in giro, commenti moralisti e chi più ne ha più ne metta sono stati scagliati contro lo scapestrato rampollo della Torino bene, che a distanza di dieci anni torna a far parlare di sé a causa dei suoi problemi con droga, sesso e alcool. Ops, he did it again. C'è ricascato, di nuovo.

Per un'intera giornata, i social si sono dunque trasformati in una sorta di raduno di Savonarola in erba che erigendosi a giudici della moralità altrui hanno iniziato a sfoggiare saggi consigli e inferocite critiche, accanendosi sulla carcassa di un Elkann indifeso senza porsi la benché minima domanda. Troppo ghiotta era l'occasione per i Robespierre del Web sempre pronti a impartire lezioni di vita a chi dimostra di vivere sfacciatamente al di fuori degli schemi precostituiti. Ma se la risata strappata dall'assurda vicenda vissuta da Lapo può anche essere umana reazione, quel che invece è assolutamente disumano è il tentativo di sfruttare la grottesca situazione per cercare di pulirsi la propria coscienza e in qualche modo assolversi dai propri peccati sfruttando lo strambo e buffo capro espiatorio della giornata odierna. E domani? Domani sarà un altro giorno, il rullo delle agenzie girerà e ci servirà sul piatto d'argento l'ennesima vittima da sacrificare sull'altare del perbenismo.

Sarebbe invece stato esercizio utile e interessante il provare a scavare nel profondo della vicenda e analizzare le motivazioni che portano questi fragili e irrisolti ricchi rampolli dall'apparente vita perfetta e luccicante alla sistematica autodistruzione di se stessi e domandarsi quali traumi, turbamenti e choc mai rivelati siano stati costretti a subire dentro la perfetta prigione dorata mostrata dai servizi di gossip, anziché continuare a vivere la vita puntando il dito e giudicando chiunque riteniamo non essere all'altezza di conformiste aspettative borghesi.

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Milanese, classe 1987, da sempre appassionata di politica. Il mio morboso interesse per la materia affonda le sue radici nel lontano 1993, in piena Tangentopoli, grazie a (o per colpa di) mio padre, che al posto di farmi vedere i cartoni animati, mi iniziò al magico mondo delle meraviglie costringendomi a seguire estenuanti maratone politiche. Dopo un'adolescenza turbolenta da pasionaria di sinistra, a 19 anni circa ho cominciato a mettere in discussione le mie idee e con il tempo sono diventata una liberale, liberista e libertaria convinta.
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