“Io non voglio morire”, i messaggi di Alessandra Matteuzzi alla madre dell’ex e a un poliziotto
"Io non voglio morire!". Lo diceva scrivendo e chiedendo aiuto anche alla madre del suo ex, solo poche settimane prima di venire uccisa sotto casa a Bologna, Alessandra Matteuzzi, poi brutalmente assassinata dal calciatore Giovanni Padovani.
Il grido di terrore della vittima di femminicidio è in una chat con la madre del suo ex, l’uomo che poi l'avrebbe uccisa il 23 agosto scorso. Un mese prima, il 23 luglio, le due donne si stavano scrivendo e i messaggi sono agli atti dell'inchiesta della Procura di Bologna: "Tuo figlio va aiutato perché ha dei grossi problemi", diceva Alessandra. "Lui è rimasto convinto che tu lo tradivi continuamente dicendomi che hai rovinato tutto… comunque poi ci sentiamo al telefono", rispondeva la madre dell’uomo.
Ma Matteuzzi insisteva, evidentemente consapevole della pericolosità del suo ex compagno: "Questa è la sua follia e la sua patologia che lo porta a essere violento. Io non voglio morire!". La madre di Padovani a quel punto aveva difeso il figlio: "Guarda, Giovanni non è mai stato come dici con nessuno. Su queste cose ti sbagli".
Ma solo un mese dopo Matteuzzi sarebbe stata assassinata a martellate sotto casa in via dell'Arcoveggio a Bologna da quell’uomo che aveva già denunciato.
Metteuzzi si era confidata con un poliziotto: "Ha dei seri problemi"
Tutti i nuovi elementi che stanno emergendo in questi giorni sul femminicidio della scorsa estate a Bologna sono drammatici. È emerso che Alessandra Matteuzzi si era confidata anche con un poliziotto, a lui aveva spiegato che viveva da segregata, che Padovani si era impossessato anche dei suoi social. Questo succedeva appena una decina di giorni prima del delitto.
Aveva conosciuto questo poliziotto su un'app di incontri e gli aveva raccontato quello che stava vivendo a causa delle persecuzioni dell'ex fidanzato. Matteuzzi parlava così dell'ex: "È un ragazzo con dei seri problemi ed è una cosa molto delicata… Si era impossessato di tutti i miei social, ho dovuto cambiare tutte le mail e la password". "Bisogna stare attenti a quelle persone. Ma ora lo hai mollato?", le chiedeva il poliziotto.
"Certo, e non solo… ma non ti posso raccontare ora". "Spero tu stia serena ora", replicava ancora lui. "Ancora no, è presto, ti dico solo che si è arrampicato al secondo piano del palazzo dove abito… una mattina poco tempo fa apro la finestra della terrazza e me lo sono visto entrare”, diceva lei.
E il poliziotto, definendo Padovani "un folle", le chiedeva se avesse fatto denuncia: "Non posso dirti nulla, ti ripeto è una situazione molto delicata. Deduci". E lui: "Sono poliziotto, quindi posso immaginare. Ti auguro solo di aver risolto".
Il poliziotto è stato sentito dalla squadra mobile che segue le indagini sul delitto. A quanto emerso, ad Alessandra aveva dato anche dei consigli come quello di avere sempre con sé spray al peperoncino, di rendere privati i social, anche "di non essere prevedibile". "Non ti fidare mai nemmeno se cerca di avvicinarsi con le buone maniere o con la carta della compassione. Stai a distanza. Evita contatti. A me queste persone fanno paura perché ora sono tutti pazzi e va di moda tirare l'acido. Ovviamente mi auguro che non sia questo il caso. Stai tranquilla, ma attenta, mi raccomando", le scriveva l’uomo.
Matteuzzi invece diceva di sperare di ricevere risposte dai carabinieri: "I tempi purtroppo non sono rapidi perché per configurarsi il reato di stalker servono parecchi elementi. Te lo avranno detto penso", le diceva lui. "Abbiamo presentato martedì il tutto, speriamo decidano presto cosa fare", rispondeva lei aggiungendo di "vivere nella paura". Il poliziotto: "Purtroppo non sarà una cosa veloce. Ma spero che lui si calmi e ti lasci in pace".
Il furto dei Rolex
Matteuzzi aveva accusato Padovani anche di averle rubato due Rolex e un cappello: gli aveva richiesto più volte di restituirli, anche minacciando di denunciarlo, ma lui non l’aveva mai fatto. Gli orologi sono stati trovati in una cassettina, assieme ad altri gioielli, a bordo dell’auto con cui il calciatore era salito da Senigallia a Bologna per andare a compiere l’omicidio.
Riguardo ai Rolex, gli avvocati della famiglia Matteuzzi hanno presentato un’istanza di restituzione di questi preziosi oggetti ai familiari di Sandra.