Fanpage.it riceve e pubblica la lettera di una lettrice, Paola:
"È una storia un po' lunga come fortunatamente lo sta diventando la mia vita. Il 29 settembre ho ricevuto la mia terza dose di vaccino Covid in quanto rientro nella categoria dei fragili. Ci appartengo perché dal 2019 sono una paziente oncologica. Ed è sull'onda di questa "spaventosa condanna a morte" che vi voglio raccontare la mia storia, che è un chiaro esempio per coloro che parlano del complotto della big pharma.
Nel 2018 ho scoperto, tramite una ricerca dell'Istituto dei tumori di Milano, di avere un piccolo tumore ai polmoni. Ne è conseguito un intervento (nel febbraio 2019) effettuato a Milano e poi diversi cicli di chemioterapia effettuati all'ospedale fiorentino di Torregalli (io abito in provincia di Firenze). Il tumore purtroppo è risultato essere uno di quelli "cattivi". Infatti, nonostante la chemio, dopo pochi mesi, ha aggredito le ossa. Ulteriore operazione al CTO di Firenze, ciclo di radioterapia, ed infine, sempre all'ospedale Torregalli, l'inizio di immunoterapia con un farmaco molto costoso, Atezolizumab, da fare ogni tre settimane. Oggi lo posso raccontare, sentendomi in gran forma, e senza alcun effetto collaterale. Forse sono particolarmente fortunata, forse l'effetto benefico durerà ancora poco… Non lo so io e non lo sa la splendida oncologa che mi segue, la Dott.ssa Giulia Meoni. So solo che se io avessi dovuto pagare quel farmaco (credo più di 4.000 € a somministrazione) non mi sarei goduta questi ultimi anni, rovinati in parte dal Covid-19.
A proposito di quest'ultimo: il reparto che mi segue (DH oncologico di Torregalli) mi ha suggerito di fare la terza dose provvedendo a fissarmi l'appuntamento. Non ho avvertito alcun effetto avverso. Ogni mese faccio il tampone che risulta sempre negativo. Prendo le dovute precauzioni, ma conduco una vita normale godendomi quello che mi resta. Ho scritto questa lettera perchè vorrei che la utilizzaste se potesse servire per far sapere a chi può essere interessato che il personale del DH oncologico di Torregalli rappresentano la metà della cura. Non mi sono sentita mai abbandonata, soprattutto nei momenti del lockdown pesante. E per far sapere che tutto ciò non mi è costato un euro".