Riceviamo e pubblichiamo la storia di un nostro lettore. Ci chiede di non rendere pubblico il suo nome "in quanto rischio il licenziamento":
"Buongiorno,
Lavoro in banca come consulente in un box di 3 metri per 3, senza finestre, con un ricircolo d’aria precario. L’azienda finge di tutelare i lavoratori avvantaggiandoli con lo smart working, in realtà il provvedimento vale solo ed unicamente per chi svolge lavori amministrativi e non per i consulenti commerciali. Nonostante stiamo evidenziando questa mancanza di tutela le uniche risposte sono state : intensificheremo la santificazione! La realtà? Ogni mattina arriva il report dei prestiti e dei mutui, siamo indietro e veniamo tormentati, così siamo costretti a chiamare clienti e invogliarli a venire in agenzia. I
Ieri c’erano più di 20 persone (entravano a turni) in un ambiente piccolo e privo di opportuna areazione. La Banca è un servizio essenziale (forse la cassa) ma mi chiedo fino a che punto la produzione deve superare il valore della salute? Fino a che punto paragonarci ad un medico rende utile il sacrificio? Nessuno ne parla e ci sono colleghi che lavorano 8 ore per poi uscire e fare 1 ora di coda per la spesa.
Che vita é questa? Siamo quelli che guadagnano meno di tutte le categorie eppure siamo ogni giorno a lavoro, se siamo così essenziali perché sottopagarci e non proteggerci come carne da macello ?
I figli non vanno a scuola , gli anziani sono in casa, il sabato non si esce , eppure ogni giorno devo incontrare decine di persone che si accomodano nella mia stanza a meno di un metro di distanza …
I dipendenti che hanno pregresse patologie possono stare a casa, le madri prendono ferie e permessi per tenere i bambini, e tutti noi consulenti e cassieri?
Non mi sento tutelato ma solo subissato di maggior lavoro e gran numero di mail per recuperare un budget a rotoli … Che fare? Attendere il primo contagio da Coronavirus di un mio collega sperando di porre finalmente rimedio?".
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