Fanpage.it riceve e pubblica le storie di due nostri lettori legate al mondo del lavoro. Entrambi, come tanti altri che negli ultimi mesi hanno deciso di scrivere alla nostra redazione, lavorano nel mondo della ristorazione. La prima è una cameriera di sala che – racconta – ama il suo lavoro e ha un contratto a tempo indeterminato. Ma che è costretta a subire dei comportamenti che l'hanno portata a ribellarsi.
Sono Maria (nome di fantasia), lavoro in un ristorante con quinto livello, guadagno 1370 mensili e sono una cameriera di sala. Amo il mio lavoro, ho un contratto a tempo indeterminato. Lavoro 7 giorni su 7, se chiedi il giorno di festa ti fanno i ‘dispetti' del tipo che se fai festa stasera per due turni fai servizio sala e dopo lavastoviglie.
Ho comunque deciso di ribellarmi a questa cosa, non è giusto… Conosco i sacrifici di questo lavoro… Festività, sabati e domeniche…Basterebbe organizzare il lavoro in maniera adeguata con il personale e avere un giorno di festa a settimana e ogni tanto toccherebbe anche una domenica…
Il secondo lettore fa riferimento a un'altra storia riportata da Fanpage.it qualche tempo fa, quello di una coppia di camerieri che sul lavoro si sono innamorati e hanno messo su famiglia. Ma proprio quel lavoro che tanto amavano, col tempo, è diventato "la rovina" della loro famiglia. "Io, barman in hotel di lusso, vedevo la mia famiglia 48 ore a settimana" ci scrive il nostro lettore, che alla fine ha deciso di rinunciare a quel lavoro.
Volevo ricollegarmi alla storia dei due camerieri e raccontare la mia. Sono un barman: ho lavorato tra discoteche e hotel per anni, gli ultimi 24 in un hotel di lusso, e vi posso solo confermare quello che state passando voi, l'ho passato anche io, vedendo la mia famiglia per 48 ore alla settimana. Bambini a scuola e moglie a lavoro di mattina per stare con loro di sera mentre io andavo a lavorare.
Eventi, aperitivi, moda ecc ecc, vi dico che alla fine mi sono licenziato e ho ricominciato a vivere.