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Invia foto porno alla compagna di classe della figlia: a processo un 48enne di Ferrara

Un uomo di Ferrara di 48 anni che avrebbe inviato foto dei genitali a una ragazzina di 14 anni, compagna di classe di sua figlia, inducendola a fare altrettanto attraverso lusinghe e regali.
A cura di Davide Falcioni
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Pornografia minorile, adescamento di minore e corruzione di minorenne: sono le gravi accuse rivolte a un uomo di Ferrara di 48 anni che avrebbe inviato foto dei genitali a una ragazzina di 14 anni, compagna di classe di sua figlia, inducendola a fare altrettanto attraverso lusinghe e regali. I fatti risalirebbero al periodo tra febbraio e novembre 2018 e stando a quanto viene contestato dal pubblico Marco Imperato, tutto sarebbe partito da alcuni messaggi su Instagram che l'adulto, fingendosi un’altra persona, avrebbe inviato alla presunta vittima con l’obiettivo di entrarci in confidenza.

Dopo essere entrati in contatto su WhatsApp, l’imputato avrebbe proseguito con messaggi molto più spinte e richieste di vario tipo, disturbando e importunando la giovane anche con telefonate notturne, fino a quando l’avrebbe addirittura invitata a casa sua per avere un rapporto sessuale, che per sua fortuna non avvenne.

Determinante, in quella circostanza, sarebbe stato l’intervento di un’amica della vittima che, informando tempestivamente la madre della giovane di quanto stava succedendo, avrebbe scongiurato il peggio e successivamente permesso di denunciare l’uomo, oggi difeso dall’avvocato Micaela Zannini.

Ieri (giovedì 8 giugno) in tribunale a Ferrara, davanti al collegio giudicante, composto dalla presidente Piera Tassoni con a latere i giudici Carlotta Franceschetti e Giulia Caucci, sono stati sentiti sia il padre che la madre della ragazza, assistiti dall’avvocato Roberto Bassi. I due  hanno confermato la versione dell’accusa, con la donna che, in aula, ha anche raccontato di aver fatto immediatamente cancellare la chat dal telefono della figlia, dopo essere venuta a conoscenza del fatto.  Tra i testimoni  anche il maresciallo dei carabinieri, che ha riferito sulle modalità con cui si sono svolte le indagini. Particolare attenzione è stata data ai tabulati telefonici e alle utenze telefoniche ricavate dal telefono dell’imputato, sequestrato insieme al suo computer.

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