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Investita sulle strisce, Sandra muore dopo 10 giorni di agonia: era sopravvissuta a un tentato femminicidio

È morta dopo 10 giorni di agonia Sandra Pegoraro, 52 anni: è stata investita da un suv mentre attraversava sulle strisce pedonali a Padova in via Pontevigodarzere. Nel 2022 è scampata ad un tentativo di femminicidio: l’ex compagno l’ha accoltellata e ha provato a gettarle della candeggina in faccia.
A cura di Ida Artiaco
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Sandra Pegoraro (Facebook).
Sandra Pegoraro (Facebook).

È morta a 52 anni dopo 10 giorni di agonia Sandra Pegoraro: il 22 dicembre scorso la donna, operatrice socio-sanitaria dell'Azienda Ospedale Università, è stata investita da un'auto in via Pontevigodarzere a Padova, mentre attraversava sulle strisce pedonali, finendo rovinosamente sull'asfalto, a circa un chilometro dalla sua abitazione. Trasferita d'urgenza in ospedale, è deceduta il giorno di Capodanno nel reparto di terapia intensiva dove era ricoverata. Non ha mai ripreso conoscenza. La donna che era alla guida dell'auto, un Suv tedesco, è stato iscritto sul registro degli indagati con l'accusa di omicidio stradale.

Non è la prima volta che Sandra Pegoraro è coinvolta in un fatto di cronaca: nel maggio del 2022 è stata infatti vittima di un tentato femminicidio da parte dell'ex compagno, Stefano Fattorelli, che l'aveva aggredita nella sua abitazione di via Beato Cafasso, nel quartiere Arcella. La donna aveva appena finito il suo turno di lavoro all'ospedale cittadino quando lui è andato a prenderla per portarla a casa. Voleva riappacificarsi dopo la rottura. Quando lei si è messa a letto, l'uomo l'ha aggredita con un coltello da cucina alla schiena, l'ha trascinata in cucina e ha provato a gettarle della candeggina in faccia.

Ma per miracolo Sandra è riuscita a scappare in strada e a chiedere aiuto. L'ex invece è stato arrestato per tentato omicidio poco dopo, non lontano dal supermercato del rione San Carlo dove lavorava come magazziniere. In seguito, si è scoperto che l'uomo nel 1999 aveva ucciso  con ben 33 coltellate un'altra donna, Wilma Marchi, con la quale aveva avuto una precedente relazione. Da allora, la donna si era impegnata a favore delle donne vittime di violenza. "Le ferite al corpo sono guarite, fortunatamente, ma ciò che non si rimarginerà mai è lo squarcio che sento dentro", aveva detto in una intervista ad un quotidiano locale.

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