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Invasione di cimici asiatiche nel Nord-Est, distrutti interi frutteti

La cosiddetta “cimice asiatica” dopo aver attaccato mele e pere, con grossi danni visibili sui frutti, ha iniziato a minacciare anche le piantagioni di kiwi e uva.
A cura di S. P.
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Dopo l'incredibile invasione di ottobre che ha sconvolto in Nord Italia creando disagi nei centri abitati e funestando le campagne, si contano adesso i danni fatti alle colture dalla cimice asiatica, un insetto contro il quale, a causa dell'alta prolificazione, si ottiene ben poco con gli anti-parassitari. A favorire la diffusione di questo insetto è stato un autunno particolarmente caldo, con la moltiplicazione degli esemplari che non hanno in Italia antagonisti naturali. Come scrive oggi il Gazzettino, le cimici asiatiche hanno danneggiato maggiormente le piantagioni di mele, che in provincia interessa l'area pedemontana, da Polcenigo a Monterale, e anche parte della Bassa, a Casarsa, a Valvasone e nei comuni a ridosso del Codroipese.

Enormi i danni provocati da questo insetto: le mele bucate e succhiate dalla cimice si sono annerite e quindi è ormai impossibile venderle. Il danno maggiore, scrive ancora il quotidiano, è stato fatto alle coltivazioni di mele e pere, ma a quanto pare le cimici hanno iniziato a interessarsi anche all'uva e ai kiwi. Nelle scorse settimane Stefania Kofler, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Treviso, aveva parlato di una situazione molto preoccupante “perché il tessuto dei frutti in formazione viene interamente succhiato dagli insetti, causando un effetto sughero con deformazione e marcescenza”.

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