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Invalsi, il concorso interno in cui vincono sempre gli stessi. Anche dopo tre anni

Il riferimento, ne parla Il Fatto Quotidiano, è a un concorso del 2010: in palio c’erano dei posti da ricercatore. Gli esclusi fanno ricorso e la prova viene annullata. I candidati sono così chiamati a sostenerla di nuovo dopo tre anni ma i risultati, e gli stessi profili dei vincitori, fanno ancora discutere.
A cura di Susanna Picone
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Un concorso sospetto all’interno dell’Istituto di valutazione che con i suoi test fa tremare ogni anno studenti e docenti. È lo scenario di cui parla oggi Il Fatto Quotidiano. Si parla dell’Invalsi e di come questo sia capace, se vuole, di facilitare la strada a qualcuno. Quando per esempio ha dovuto organizzare un concorso interno, che poi ha dovuto ripetere per “mancanza di elementi oggettivi di valutazione dei candidati” e che infine, dopo tre anni, ha avuto lo stesso risultato: hanno vinto cioè le stesse persone che avevano già vinto prima. Il quotidiano spiega bene quanto è avvenuto. L’Istituto nazionale di valutazione del sistema educativo aveva organizzato questo concorso nel 2010: in palio c’erano quattro posti da primo ricercatore. Nel 2010 si presentarono 11 candidati: gli ammessi furono otto, cinque gli idonei e quattro i vincitori. Gli esclusi fecero ricorso dubitando della correttezza della prova. Il 7 maggio scorso il Presidente della Repubblica ha annullato con decreto la prova orale e gli atti conseguenti. Il concorso è così da rifare e dopo tre anni, infatti, l’appuntamento è fissato per il 18 giugno nella sede di Frascati. I risultati? Gli stessi di tre anni prima: stessi idonei, stessi bocciati, stessi vincitori (che hanno avuto anche gli arretrati) e stessi esaminatori.

I vincitori hanno lavorato con i loro esaminatori – Ciò che fa apparire ancora più sospetto l’esito del nuovo concorso è la storia dei candidati vincitori. Due dei promossi, infatti, possono vantare collaborazioni a seminari e master di un professore che li ha esaminati, un terzo candidato aveva pubblicato insieme a un altro dei professori chiamato a giudicarlo. E c’è ancora qualcun altro – scrive Il Fatto – che giusto due mesi prima di essere esaminato aveva tenuto una conferenza a Washington con uno dei prof. Appare insomma reale il rischio che si vada nuovamente davanti al Consiglio di Stato mentre sul primo concorso pende ancora un ricorso al Tar. E non sarebbe la prima volta che l’Invalsi si trova ad affrontare situazioni del genere: fra il 2012 e il 2013 sono stati fatti una serie di concorsi a tempo indeterminato per varie figure che hanno portato con sé diversi contenziosi e ricorsi sulle modalità di espletamento degli esami che spesso hanno a che fare proprio con la mancata esplicitazione dei criteri di valutazione.

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