“Inutile che urli, qui non ti sente nessuno”. Stuprata dal collega mentre fa le pulizie al cimitero
Una donna di 48 anni ha denunciato di essere stata aggredita e violentata da un collega di lavoro, anche al cimitero. La vittima, dipendente di una ditta di pulizie al servizio di un Comune della provincia di Bologna, in un'occasione è riuscito a riprenderlo con lo smartphone e anche grazie a questa prova l'uomo, 64 anni, è stato rinviato a giudizio con l'accusa di stupro, poi è stato anche licenziato dall'azienda per la quale lavorava con la donna.
La 48enne, assistita dall'avvocato Stella Pancari, si è costituita parte civile nel processo davanti al tribunale collegiale: nella prima udienza i giudici hanno ammesso tutti i testimoni e hanno fissato la data del 21 maggio per iniziare il dibattimento.
I fatti contestati al 64enne, difeso dall'avvocato Ines Loffredo, si riferiscono ad un periodo che va dal 20 ottobre al 4 novembre 2021, tre avvenuti in un magazzino comunale e uno al cimitero.
Stando alle ricostruzioni, in un primo momento tutti gli episodi contestati si erano limitati a delle molestie, ma poi nell'ultimo caso si è consumata una vera e propria violenza sessuale. Sono avvenuti mentre la donna stava pulendo i bagni o altri locali e l'uomo in un caso le avrebbe detto: “È inutile che gridi, qui non ti sente nessuno”.
La 48enne ha provato prima a confrontarsi con i propri capi, per provare a cambiare i turni e non rincontrarsi più il collega molesto. La cooperativa per cui i due erano assunti si era comunque detta subito favorevole e aveva preso provvedimenti nei confronti dell'uomo, ma il 64enne sarebbe comunque riuscito a palesarsi mentre la donna era lavoro e ad abusare poi di lei.
La donna ha subito sporto denuncia alla polizia municipale e l‘uomo è stato licenziato.
Le indagini della polizia locale sono state coordinate dal pm Manuela Cavallo. Anche il Comune di riferimento si è costituito parte civile, assistito dall'avvocato Marco Linguerri.