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“Intubarla era impossibile”: Veronica, 25 anni, riceve un rene dalla madre, il trapianto da sveglia

La storia di Veronica, una ragazza che soffre di fibrosi cistica, già trapiantata di fegato, diabetica e da tempo costretta alla dialisi. A maggio è stata operata all’Irccs Policlinico Sant’Orsola di Bologna dopo che un altro centro aveva detto no all’intervento.
A cura di Susanna Picone
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La paziente con sua madre
La paziente con sua madre

Lo scorso maggio una ragazza di 25 anni è stata operata all'Irccs Policlinico Sant'Orsola di Bologna dopo essere stata rifiutata da un altro centro italiano che aveva valutato l’intervento a cui doveva sottoporsi troppo rischioso.

A causa di un quadro clinico complesso contraddistinto da insufficienza respiratoria, la giovane donna non poteva infatti essere intubata e sostenere l'anestesia totale, così alla fine a Bologna ha affrontato il trapianto di rene da sveglia. A donarle il rene è stata la sua mamma.

È l’Irccs Policlinico Sant'Orsola di Bologna a raccontare la storia di Veronica, che soffre di fibrosi cistica e dalla nascita è in cura al centro specializzato di Cesena. Già trapiantata di fegato, diabetica e da tempo costretta alla dialisi, di recente Veronica è stata operata e ora ha una funzione renale normale.

Dopo due settimane dal trapianto è stata dimessa ed è in buone condizioni cliniche.

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Veronica è la prima paziente operata di trapianto in anestesia loco-regionale al Policlinico bolognese, pochissimi i casi che si contano in tuta Italia. Effettuare un trapianto in anestesia loco-regionale comporta diverse difficoltà, tra cui ad esempio la gestione psicologica ed emotiva del paziente durante un'operazione che può durare diverse ore.

"Siamo orgogliosi di averle offerto questa opportunità, perché abbiamo evitato a Veronica di continuare la dialisi e numerose altre complicazioni – il commento del professor Gaetano La Manna, direttore Nefrologia, dialisi e trapianto del Sant'Orsola – Poter offrire una soluzione terapeutica anche alle persone più fragili rappresenta per la medicina una sfida culturale e scientifica”.

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Antonio Siniscalchi, Direttore Terapia intensiva post chirurgica del Policlinico, ha parlato di un aspetto che ha dato ai medici la certezza di poter intervenire sulla 25enne: ovvero “la sua motivazione e forza”.

“Ha versato una sola lacrima di gioia quando è entrato in sala il rene della sua mamma e ci ha chiesto di vederlo”, ha raccontato il medico, aggiungendo appunto che “intubare Veronica era impossibile” perché c’era il rischio di una tracheotomia o serie complicanze respiratorie.

La stessa paziente ha raccontato di aver sempre voluto fare l’intervento: “Il mio percorso al Sant'Orsola è iniziato grazie al suggerimento del centro fibrosi cistica di Cesena dopo che ho ricevuto un rifiuto in un altro centro italiano. Al Sant’Orsola, già dal primo colloquio, mi sono sentita rassicurata e ho ritrovato la speranza. Sono stata sempre convinta di volere fare il trapianto, anche quando mi è stata proposta questa soluzione e la necessità di essere operata da sveglia. Finalmente poche settimane fa ho ricevuto il rene donato da mia mamma. L’intervento è andato bene e oggi mi sento rinata, sto tornando a fare la vita che facevo prima della dialisi. Sono grata a tutti i medici per avere creduto in me e nella mia convinzione di volere affrontare questo intervento difficile”.

A donare è stata appunto la sua mamma, Rosaria: "Il senso è nella luce che è tornata negli occhi di mia figlia. Siamo state operate la stessa mattina, ci siamo salutate con un abbraccio e un ti voglio bene". Il prossimo obiettivo per la giovane è il trapianto di polmone.

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