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Insultata perché calva, lo sfogo: “Non sono una strega pelata, insegnate ai bambini la gentilezza”

Lo sfogo via social di Miriam Sant, 28enne di Porto Cesareo affetta da alopecia: “Non c’è bisogno di sputarmi la granita alla menta addosso, insegnate ai vostri bambini la gentilezza”. La lettera dell’assessora di Bari Ines Pierucci: “Sii orgogliosa della tua testa nuda”.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine da Facebook.
Immagine da Facebook.

"L’estate è senza parrucche, è libertà. Insegnate ai vostri bambini la gentilezza, la comprensione, l’inclusività, la normalità dell’essere diversi, l’amore". Comincia così lo sfogo social di Miriam Santo, 28enne di Porto Cesareo, che ha denunciato gli insulti di cui è stata vittima nei giorni scorsi perché calva.

La ragazza ha continuato scrivendo sul proprio profilo Facebook scrivendo che "se invece non siete più dei bambini, imparate tutto questo, perché si “ci sono anche le donne pelate” e no “non sono una strega pelata” non c’è bisogno di sputarmi la granita alla menta addosso", accompagnando il messaggio ad una foto in cui si mostra in costume, occhiali da sole e una camicia attorno alla vita, senza bisogno né di bandane né di cappelli per nascondere l'alopecia.

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Tanti i commenti indignati degli utenti: "Il rispetto è come una specie in via di estinzione in qualsiasi ambiente da quello lavorativo a quello sociale è cosi via", ha scritto Francesco; "Purtroppo viviamo in un mondo sterile, fatto di apparenze false e costruite. Siì sempre te stessa e fatti scivolare la cattiveria. Chi ti conosce sa quanto tu possa essere di più di quello che puoi apparire", ha scritto Driade.

La denuncia di Miriam è arrivata fino all'assessora alla Cultura del comune di Bari, Ines Pierucci, anche lei affetta da alopecia. In una lettera inviata a Repubblica, ha scritto: "Quello che è successo a Porto Cesareo a Miriam è il sintomo della nostra società. Chi ha sputato la granita sui piedi di Miriam lo ha fatto su se stesso, sulla sua paura di percepire la diversità. Siamo abituati alle storie che hanno sempre escluso comunità di persone le cui storie se non vengono raccontate non cancellano la loro esistenza".

L’assessora ha aggiunto che "la mia alopecia mi ha reso una persona migliore, mi mancano i capelli ma le mie qualità non le ho mai barattate con altro, non ho mai pensato di coprirmi, pur rispettando chi si sente a suo agio nel farlo. Ho sempre pensato che nella diversità è necessario riconoscersi e che lo specchio nel quale guardare se stessi non aiuta a guardare ciò che ci circonda". Infine, ha rivolto un appello proprio a Miriam affinché possa "trovare tutta la forza possibile nel continuare a essere orgogliosa della sua testa nuda".

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