Insegnante uccisa a Gaggio, il figlio: “Mamma a terra in una pozza di sangue, sembrava un film horror”
Non riesce a trattenere le lacrime Federico Bernardini mentre racconta i momenti successivi al ritrovamento del corpo della madre, la 72enne Natalia Chinni uccisa a colpi di fucile la sera del 29 ottobre 2021 a Santa Maria Villiana di Gaggio Montano. Chiamato a testimoniare in aula nel processo che vede imputato il vicino di casa e cugino della donna Fabio Enrico Ferrari, 73 anni, accusato di aver colpito a morte Natalia, ha raccontato quanto accaduto quella sera.
“Era come in un film dell’orrore– le parole di Federico dinanzi alla Corte d'Assise – lei era a terra, con gli occhi sgranati. Quando i carabinieri hanno dissequestrato la casa, poco prima di Natale 2021, il sangue era ancora lì, sul pavimento. La sagoma di mamma. Per mesi io e papà non abbiamo avuto il coraggio di ripulirla, l’abbiamo coperta con un lenzuolo. Poi, a febbraio ci siamo decisi: due passate di mocio ed è sparito tutto”.
La sera dell'omicidio della madre, Federico è stato il primo a entrare in casa facendo la macabra scoperta. Secondo gli inquirenti che hanno condotto le indagini, la 72enne fu colpita all'esterno prima di trascinarsi a fatica in casa provando, in un tentativo disperato, a chiedere aiuto. A esplodere i colpi di fucile sarebbe stato il cugino cacciatore col quale i rapporti erano tesi da anni, anzi praticamente da sempre.
“Fin da bambino sapevo che mia madre e suo cugino non andavano d’accordo. A volte dicevo: fatela finita – racconta Federico in aula davanti al presidente della Corte Pier Luigi Di Bari e al pm Antonello Gustapane – credo che gli screzi si originasse perfino da un’inimicizia tra mio nonno e il padre di Ferrari, ma non so i motivi. Lui e mia madre litigavano sempre, soprattutto di recente. Lei aveva detto ai carabinieri che lui era un bracconiere e spargeva mais nel nostro giardino per attirare la selvaggina”.
Il 73enne avrebbe sparato alla cugina perché la donna non gli permetteva di cacciare "in pace", come ripetuto in aula dalla sorella di Natalia, Clelia. L'uomo, secondo quanto raccontato spesso dalla stessa Chinni, cospargeva i prati di mais per attirare la selvaggina, cosa che la 72enne accettava malvolentieri.