Ingroia chiude al Pd: “Ci rivediamo in parlamento”
Antonio Ingroia chiude definitivamente le porte al Pd. E' definitivo ed è un messaggio che arriva direttamente per mezzo del candidato di Rivoluzione Civile. Il tutto accade dopo un settimane nella quale parevano esserci stati tentati di disgelo tra le parti, con l'avanzata dal Partito Democratico di una richiesta di desistenza (è una desistenza che serve a qualcosa?), per lo meno al senato, per far confluire i voti della nuova compagine in quelli del partito di Bersani, onde evitare il rischio della mancata maggioranza al senato, il pericolo più grosso per il centrosinistra. Oggi, questa eventualità, sulla quale c'erano stati, seppur non lampanti, dei segnali di conciliazione tra le parti e di avallo dell'obiettivo "voto-utile" del Pd, è definitivamente evporata. Antonio Ingroia ha affermato:
Da questo momento Rivoluzione Civile chiude la porta al Pd. Ci rivediamo in Parlamento.
A motivare questa dichiarazione è probabilmente l'avvicinamento del Pd a Scelta Civica e al centro di Monti, primo spauracchio contro cui Rivoluzione Civile si candida. L'incontro segreto tra Bersani e Monti di un paio di giorni fa ed una sostanziale evidenza nella comunità di intenti post elettorale, avrebbe fatto propendere Ingroia per il no definitivo a qualsiasi forma di accordo pre-elettorale. E' il vero pericolo per l'Italia, pericolo non più costituito da Silvio Berlusconi, che invece a detta sua la sinistra continuerebbe ad utilizzare come avversario da battere. In occasione della presentazione delle liste di Rivoluzione Civile ha affermato:
Conferma dell’accordo già fatto con Monti. […] A me l’ex premier non fa paura perché è finito e non rappresenta più un pericolo. Non accetto che la figura di Berlusconi venga usata dal Pd come uno spauracchio. Gli italiani sono vaccinati. Il vero pericolo per noi è Mario Monti e la sua proposta politica perché può condizionare il centrosinistra che è già suo alleato. Se avessimo accettato il voto utile avremmo avvantaggiato il Professore e noi non vogliamo aiutarlo. Anche il Pd dovrà fare i conti con noi abbandonando le sue politiche liberiste. Avremmo potuto valutare la desistenza ma ci hanno mandato solo intermediari.