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Informatico ucciso in casa a Bari, convalidato il fermo dell’amico: “Gli chiesi droga e lui mi minacciò”

Convalidato il fermo di Antonio Rizzi, il 42enne accusato dell’omicidio di Francesco Dogna (63 anni) avvenuto nel quartiere Santo Spirito di Bari. Il 42enne avrebbe aggredito l’amico per questioni relative al consumo di stupefacenti.
A cura di Gabriella Mazzeo
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La gip di Bari Antella Cafagna ha convalidato il fermo per Antonio Rizzi, il 42enne reo confesso dell'omicidio del 63enne Francesco Dogna. I due, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbero litigato per questioni relative al consumo di stupefacenti. I familiari del 63enne non erano a conoscenza dell'amicizia con Ricci che invece, sempre secondo il suo racconto, andava avanti da tempo.

Nella notte tra il 7 e l'8 gennaio, i due si sarebbero incontrati nella casa della vittima nel quartiere Santo Spirito. Una discussione sarebbe degenerata fino all'aggressione fisica, poi Rizzi sarebbe fuggito in auto. Nei confronti dell'uomo pluripregiudicato è stata riconosciuta anche l'aggravante della crudeltà .

L'uomo avrebbe infatti ucciso Dogna colpendolo 85 volte con un coltello e con un forcone a due punte preso dalla cucina. Secondo la giudice, vi sarebbe anche pericolo di reiterazione del reato e fuga: i giorni dopo il delitto, Rizzi aveva iniziato a cercare lavoro come operaio fuori Bari.

Agli inquirenti dopo il fermo, Rizzi avrebbe detto di essersi recato a casa dell'informatico 63enne per consumare stupefacenti. Dopo aver assunto la propria dose, Rizzi avrebbe chiesto altra droga e l'amico avrebbe risposto minacciandolo con un coltello.

Prima di fuggire, Rizzi avrebbe rubato al 63enne il portafogli, il cellulare e i documenti. Secondo quanto ricostruito, Dogna aveva provato diverse volte in passato a far superare al 42enne la sua tossicodipendenza ma negli ultimi tempi sarebbe diventato sempre più insofferente nei confronti dell'uomo per motivi che sono ancora in fase di ricostruzione.

Rizzi e Dogna si conoscevano da circa 10 anni, anche se i loro rapporti non erano noti ai familiari dell'informatico ucciso a coltellate nella sua abitazione nei primi 10 giorni di gennaio.

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