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Influenza stagionale, i pediatri: “Quest’anno avremo più casi, vaccinare anche i bambini”

Rocco Russo, coordinatore vaccinazioni della Società Italiana di Pediatria (Sip), a Fanpage.it, sull’influenza stagionale dopo la scoperta del primo virus in un bimbo di Torino: “Stiamo entrando nel periodo influenzale per eccellenza, anche se il picco arriverà tra novembre e dicembre. Quest’anno avremo più casi perché i piccoli sono tornati a scuola e abbiamo avuto un allentamento delle misure di prevenzione Covid. La vaccinazione non è la soluzione ai nostri problemi, ma è uno strumento aggiuntivo per poter contrastare sia il virus pandemico che quello influenzale”.
A cura di Ida Artiaco
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"Non solo Covid-19. Utilizziamo tutti gli strumenti di prevenzione, tra cui la vaccinazione, che ci vengono garantiti per poter contrastare la diffusione dei virus influenzali prima che arrivi il picco epidemico, che in genere è tra i mesi di novembre e dicembre". Così Rocco Russo, coordinatore vaccinazioni della Società Italiana di Pediatria (Sip), a Fanpage.it per fare il punto della situazione in Italia per quanto riguarda l'influenza stagionale, il cui virus è stato isolato per la prima volta il 12 ottobre scorso dai laboratori dell'Amedeo di Savoia, a Torino, in un bambino ricoverato all'ospedale infantile Regina Margherita, e un altro è stato già identificato anche a Varese, sempre in un paziente pediatrico, e confermato presso l’Università di Milano.

Dott. Russo, è arrivata l'influenza stagionale. Tra i primi casi isolati, anche quello di un bambino a Torino. Cosa sappiamo al riguardo?

"Prima di tutto, sappiamo che stiamo entrando nel periodo dell'influenza stagionale, è un periodo ben noto e riconosciuto come cruciale per mettere in campo tutti gli interventi di prevenzione contro la diffusione dei virus influenzali e para-influenzali. Circolerà di tutto in inverno. È ovvio che l'influenza non è partita con questo bambino, che tuttavia ha manifestato sintomi che hanno portato all'identificazione del virus, ma quest'ultimo circola già da giorni. Siamo solo all'inizio, il periodo del picco epidemico è tra novembre e dicembre.

Alcuni esperti l'hanno definita "la peggiore influenza degli ultimi anni". È davvero così?

"Al momento non possiamo stabilire la gravità del virus. Ma una cosa la possiamo dire: i casi di virus influenzale quest'anno saranno nettamente superiori all'anno scorso. Quindi se si parla di gravità dei dati numerici questa affermazione è vera, ma è facilmente deducibile dal fatto che lo scorso anno abbiamo avuto zero casi di morbillo, di rosolia e pochissimi casi di influenza, dal momento che abbiamo messo in atto una serie di interventi per la prevenzione della diffusione del Coronavirus come l'isolamento, l'igiene delle mani e l'uso della mascherina, che sono cose che noi ogni anno dovremmo fare anche contro l'influenza. Quest'anno i bambini sono tornati a scuola e abbiamo avuto un allentamento delle misure di prevenzione Covid, per cui automaticamente avremmo una maggiore circolazione virale. Io come pediatra saranno già una quindicina di giorni che vedo bimbi stare poco bene, nel 2020 ne avevo zero".

Come distinguere i sintomi dell'influenza stagionale dal Covid nei bambini e quali consigli dare ai genitori?

"Ahimè, essendo il virus pandemico respiratorio manifesta sintomatologie sovrapponibili a quelle dell'influenza, dalla rinite alla tosse, interessamento delle vie aeree e dei bronchi. Poi ci sono una serie di manifestazioni di interesse gastroenterico, come la diarrea, che sono frequenti maggiormente anche nei bambini per quanto riguarda il Covid. Per capire se si tratta di Sars-CoV-2 bisogna fare il tampone. Nell'ottica di questa gestione, dobbiamo a maggior ragione mettere in atto, prima di trovarci nella fase cruciale della stagione influenzale, tutte le misure di prevenzione e diffusione dei virus, di qualunque tipo essi siano. Tra queste, oltre a quelle ben note che vanno bene per qualsiasi tipo di virus respiratorio, come mascherine, distanziamento, aerazione frequente degli ambienti e igiene delle mani, possiamo beneficiare di un altro intervento, che è quello della vaccinazione.

È consigliato, dunque, vaccinare anche i bambini contro l'influenza stagionale?

"La vaccinazione non è la soluzione ai nostri problemi, ma è uno strumento aggiuntivo per poter contrastare sia il virus pandemico che quello influenzale. Al momento non abbiamo a disposizione per gli under 12 vaccini contro il Covid, come sappiamo dobbiamo aspettare il parere delle agenzie regolatorie, ma abbiamo la possibilità di poter comunque beneficiare di un intervento di prevenzione con quello dell'influenza, che è una opportunità per noi di fondamentale importanza per due motivi di fondo: ci dà la possibilità da un lato di evitare che il bambino si possa infettare con i virus contenuti nel vaccino, che sono anche quelli più frequenti, e dall'altro di evitare di sottoporre quel bambino a problemi di stress, con i genitori che si allarmano pensando che possa essere Covid. In ogni caso sempre con la vaccinazione blocchiamo la diffusione di questi virus che sono contenuti all'interno del vaccino e che possono colpire persone che non possono essere vaccinate o immunodepressi".

Come funziona la vaccinazione per i bambini?

"Il vaccino ad oggi non è ancora disponibile sul territorio. Il Ministero della salute dà indicazione di vaccinazione antinfluenzale per i bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni, individuata come a maggior rischio di contrarre l'influenza. Per loro l'offerta dovrebbe essere gratuita, ma tutto dipende dalle singole regioni che stanno organizzando la campagna. Ovviamente, non è che il bambino che ha 7 anni non è interessato da questo intervento. L'unica cosa è che non rientrando nelle categorie previste per l'offerta gratuita il genitore dovrebbe acquistarlo. È una scelta di sanità pubblica. L'opportunità di essere vaccinati deve comunque essere implementata. La raccomandazione è quella di contattare i propri pediatri per iniziare a prenotarsi e per avere le indicazioni sulla gratuità o meno del vaccino. Si ricordi anche che vanno vaccinati per primi i minori individuati come categorie a rischio, come bambini asmatici, con patologie oncologiche, con condizione di immunodepressione".

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