Infermiere ucciso con 30 coltellate in casa a Vercelli: la compagna confessa, è in carcere
Avrebbe ammesso le sue responsabilità Rosa Comito, 60 anni, accusata di aver ucciso il compagno Tiziano Colombi a Vercelli. La vittima, un infermiere due anni più giovane della compagna, è stato colpito svariate volte con un coltello da cucina. L’omicidio è avvenuto in casa, non lontano dall’ospedale dove l’uomo da anni era un apprezzato collaboratore della divisione cardiologica: l’esame sommario del medico legale ha rivelato che l'uomo ha cercato di difendersi, nello spazio tra la cucina e il salotto dell'appartamento dell'Atc in viale XXVI aprile.
La donna si è a sua volta ferita, in particolare alle mani. Sul corpo di Colombi nei prossimi giorni sarà disposta l’autopsia. Rosa Comito è attualmente in carcere nella casa circondariale di Biliemme. Nel tardo pomeriggio di ieri la sessantenne è stata sentita per l'interrogatorio di garanzia dal magistrato titolare dell'indagine, la sostituta procuratrice Mariaserena Iozzo. E appunto avrebbe ammesso tutto. Il suo arresto è stato convalidato.
Sul caso indaga la Squadra Mobile di Vercelli: gli inquirenti mantengono il più assoluto riserbo, ma ciò che finora è emerso è che i soccorritori si sono trovati davanti una scena agghiacciante per le decine di ferite sul corpo della vittima. La donna si sarebbe accanita sul compagno e poi avrebbe chiamato il 112 ancora con il coltello in mano.
Tra loro nessun problema apparente, né risultano denunce alle Forze dell’ordine. "Non li ho mai sentiti litigare, e questo è un condominio tranquillo, non è mai successo nulla prima", le parole dei vicini di casa ai giornalisti arrivati sul posto. I rilievi della polizia scientifica sono proseguiti fino all'alba, anche perlustrando il perimetro del palazzo alla ricerca di eventuali indizi. Per comprendere meglio il contesto di quanto accaduto gli agenti stanno sentendo le testimonianze dei residenti.
Sotto choc intanto i colleghi della vittima, che la sera del delitto lo aspettavano per il turno: "Abbiamo visto che non arrivava e abbiamo iniziato a preoccuparci – ha dichiarato il direttore del reparto, Francesco Rametta -. Anche al telefono non rispondeva. Poi abbiamo scoperto ciò che è successo: siamo rimasti increduli, Tiziano era un lavoratore professionale, attento e preciso, oltre che una persona squisita".