Il leghista Luca Dordolo indagato per istigazione al razzismo

Era diventato tristemente famoso per una affermazione fatta sul suo profilo Facebook a dir poco raccapricciante ed ora il consigliere comunale di Udine Luca Dordolo dovrà vedersela con la giustizia per i suoi “errori di comunicazione”. La storia è quella del leghista, poi sospeso dal suo partito, che all’indomani di un tragico delitto avvenuto a Piacenza, aveva definito l’omicida della donna uccisa “perché vestiva all’occidentale” un “maledetto”, ma non perché avesse compiuto un delitto ma perché dopo averlo fatto si era permesso di gettare il corpo di sua moglie nel Po “inquinando il nostro sacro fiume”. Un post, poi ovviamente cancellato, che gli fece guadagnare critiche e insulti, da diversi fronti politici. Ora, per quelle frasi postate su Facebook e, come se non bastasse, ribadite anche nella trasmissione “La Zanzara” di Radio 24, Luca Dordolo è stato indagato dalla Procura di Udine per il reato di istigazione all’odio razziale.
L’indagine scattata da un ascoltatore indignato per le frasi razziste – Insieme alla tristissima affermazione sul delitto di Piacenza ve ne sono anche altre a disposizione della Procura: quelle, per esempio, dei musulmani che secondo il leghista “vanno massacrati a mestolate sul grugno”. La Procura di Udine ha aperto dunque un fascicolo sul caso in seguito alla segnalazione di un ascoltatore rimasto indignato e sconvolto per le parole del politico, ha acquisito la trasmissione e la pagina Facebook e ha notificato l’avviso a Dordolo per la violazione dell’articolo 3 della legge 654 del 1975. Da parte sua, Dordolo si era sempre difeso dicendo che le sue parole erano state travisate e che difatti lui non ha commesso alcun reato. La cronaca ci racconta anche, però, che dopo quelle scuse il consigliere leghista ne ha fatto un altro di “scivolone” che qualcuno definirebbe razzista: una fotografia pubblicata sempre su Facebook di Mario Balotelli agli ultimi Europei di calcio affiancato a un orango. E il suo commento in maiuscolo: “Ma sono uguali!”.