video suggerito
video suggerito

Arrestato a Palermo Mario Di Ferro, lo chef dei vip avrebbe spacciato cocaina anche a Miccichè

Sei persone risultano indagate a Palermo per vendita e cessione di cocaina. Tra di loro il famoso chef Mario Di Ferro, gestore del ristorante Villa Zito, che avrebbe procurato e ceduto la droga anche all’ex presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, che non è indagato.
A cura di Ida Artiaco
273 CONDIVISIONI
Chef Di Ferro (Facebook).
Chef Di Ferro (Facebook).

Vendita e cessione di droga ai clienti della "Palermo bene". Sono questi i reati contestati, a vario titolo, dal gip Antonella Consiglio che ha disposto una misura cautelare per sei persone. Tra gli indagati c'è anche Mario Di Ferro, famoso chef dei vip e gestore del ristorante Villa Zito nel cuore del capoluogo siciliano, accusato nel provvedimento di aver procurato e ceduto cocaina, tra gli altri, all'ex presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè, già vice ministro e sottosegretario alla presidenza del Consiglio per Forza Italia, che però non è indagato in quanto consumatore.

L'inchiesta è coordinata dal procuratore del capoluogo Maurizio de Lucia e dall'aggiunto Paolo Guido. Il procedimento nasce da un'intercettazione disposta nell'ambito di un'altra indagine. Da qui la necessità degli investigatori di avviare gli approfondimenti che hanno poi rivelato che il ristoratore era protagonista di una intensa attività di vendita di cocaina a una selezionata clientela, attività che svolgeva nel suo locale divenuto un luogo di spaccio.

Si è arrivati così ad accertare diversi episodi di cessione di droga che l'indagato avrebbe realizzato con l'apporto di altre persone come Gioacchino e Salvatore Salamone, già condannati per spaccio in un processo sui traffici dei clan mafiosi palermitani. Di Ferro si sarebbe rivolto a loro per rifornirsi della cocaina e avrebbe anche usato tre suoi dipendenti come pusher.

Sia i Salamone che i dipendenti sono indagati. A Di Ferro sono stati dati i domiciliari, ai Salamone la custodia cautelare in carcere, ai tre dipendenti di Villa Zito è stato imposto l'obbligo di firma.

Lo chef era finito nei guai già lo scorso aprile, quando era stato arrestato dagli agenti Sisco e della squadra mobile poco dopo aver ceduto 3 grammi di cocaina a Giancarlo Migliorisi, capo della segreteria tecnica della presidenza dell’Ars, l’assemblea regionale presieduta da Gaetano Galvagno. Il primo ad essere stato bloccato dalle parti di via Petrarca era stato proprio Migliorisi che, messo alle strette, ha confermato di aver acquistato la cocaina da Di Ferro. Lo chef si era detto dispiaciuto per l'accaduto ma ha confermato di aver recuperato lo stupefacente per cederlo a un "conoscente". A maggio la difesa ha fatto ricorso contro la misura cautelare al Tribunale del Riesame, è caduto l'obbligo di dimora a Palermo, ma è rimasto quello di presentazione alla polizia giudiziaria. Oggi per Di Ferro la misura cautelare si fa più pesante.

Frasi in codice per ordinare dosi: cosa emerge dalla misura cautelare

Secondo quanto emerge dalla misura cautelare disposta a carico di Di Ferro e altre cinque persone, veniva utilizzato dai protagonisti della vicenda un gergo per ordinare le dosi. Un esempio? Sono le 22.23 del 18 novembre scorso. Gianfranco Miccichè, ex senatore di Forza Italia, chiama Mario Di Ferro, ristoratore palermitano arrestato oggi per aver ceduto cocaina, tra gli altri, proprio al politico, e gli dice che l'indomani sarebbe partito alla volta di Milano dove si sarebbe trattenuto per cinque giorni.

Ciò, secondo gli inquirenti, indicherebbe le dosi che l'ex presidente dell'Ars avrebbe dovuto acquistare. Di Ferro, secondo gli investigatori, coglie il riferimento nascosto e si informa sull'orario del volo. Saputo che Miccichè sarebbe partito intorno alle due, l'indagato lo rassicura che sarebbe riuscito a farcela e gli dà appuntamento telefonico al mattino seguente: "Vabbè, siete cinque, cinque giorni, va bene ciao" dice. Dove con i giorni, secondo l'accusa, i due parlano alle dosi. Subito dopo Di Ferro contatta il suo fornitore, Gioacchino Salamone, l'uomo dei clan mafiosi nel traffico di droga, che si impegna a fargli avere la cocaina. "All'una meno un quarto puntuale, da me al bar, va bene?", gli dice Di Ferro.

Alle 13.55 Gianfranco Miccichè viene immortalato dalle telecamere di sorveglianza mentre arriva al ristorante Villa Zito. Scende, lascia il suo autista in attesa, entra e va via alle 15.20. Una scena che si ripete più volte secondo lo stesso copione tra novembre e dicembre del 2022. Come il 26 novembre. L'ex senatore sente Di Ferro al telefono e gli annuncia che sta arrivando. "Tra una mezzoretta vengo lì", dice. Alle 20.29 Di Ferro, in compagnia di Miccichè, chiama Salvatore Salamone e gli chiede di raggiungerlo "eh … avvicina", gli fa. Alle 20.43 Salamone, in bici, entra a Villa Zito dall'ingresso principale per andarsene poco dopo. E ancora il 30 novembre il sistema di videosorveglianza davanti all'ingresso secondario del locale riprende oltre all'arrivo del politico, anche il successivo incontro tra Di Ferro e Salamone che, dopo averlo atteso, alle 14.32 gli consegna una bustina, la sostanza stupefacente secondo i pm, attraverso il cancello. Secondo l'accusa poi in una occasione, il 6 dicembre, Miccichè sarebbe andato a prendere la cocaina a casa di Di Ferro. Prima del suo arrivo il ristoratore ancora una volta avrebbe chiamato il fornitore dicendogli: "Verso le quattro devi avvicinare perché minchia siamo assai, qualche tredici siamo, hai capito?".

Miccichè: "A posto con la mia coscienza"

"Escludo in maniera categorica che io mi muova in macchina con lampeggiante acceso. É un errore che ho fatto nella vita di cui sono pentito. Considero molto più importante nella mia vita di essere stato onesto, non avere mai fatto male a nessuno, non avere mai rubato un centesimo. Poi ognuno di noi qualche errore nella vita lo ha fatto. L’importante è essere a posto con la propria coscienza, ed io lo sono": è quanto si legge in una nota l’ex presidente dell’ARS, Gianfranco Miccichè, che ricordiamo non è indagato.

273 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views