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Incinta dopo sesso con il 15enne, a Prato rimandato il processo alla prof. Il marito: “La supporto”

È stato rimandato al 23 settembre prossimo il processo in cui è imputata la 31enne di Prato, incinta dopo aver fatto sesso con un 15enne a cui dava ripetizioni di inglese, insieme al marito, al quale è contestato il reato di falsa attestazione di stato civile per aver riconosciuto come suo il bambino nato da quella relazione. “Essendo mia moglie la supporto, non approvo magari altre cose, ma il supporto c’è sempre stato”.
A cura di Ida Artiaco
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È stato rimandato al prossimo 23 settembre il processo nei confronti della 31enne di Prato, rimasta incinta dopo aver fatto sesso con un ragazzo di 15 anni, a cui dava ripetizioni di inglese. La decisione è dovuta al cambio del collegio del tribunale della città toscana. "Sono già state calendarizzate tutte le udienze, che saranno due ottobre e due a novembre. Verosimilmente prima di dicembre si concluderà tutto", ha detto l'avvocato difensore Mattia Alfano. La donna, si ricordi, è accusata di violenza sessuale e atti sessuali sull'adolescente, da cui ha avuto il suo secondogenito, ed è ancora agli arresti domiciliari dallo scorso 27 marzo. Oltre a lei, risulta imputato nel procedimento penale anche il marito, al quale è contestato il reato di falsa attestazione di stato civile per aver riconosciuto come suo il piccolo nato dalla relazione della moglie con il ragazzino.

Il processo, secondo quanto si è appreso, è stato assegnato a un collegio di recente costituzione, non ancora gravato da numerosi processi, che si occupa esclusivamente di casi con detenuti, così da garantire tempi più veloci. "La signora è chiaramente provata – ha detto ancora il legale – e credo e penso che avesse preferito iniziare il processo per poter cominciare ad affrontare le accuse che la riguardano. La signora autonomamente ha iniziato un percorso psichiatrico quando avrebbe potuto evitarselo e sta ritrovando una serenità psicologica, morale e etica che aveva probabilmente perso. Ora il processo riguarda gli aspetti giuridici che sono altro rispetto al giudizio morale e etico". Ai cronisti, all'uscita dal tribunale, ha parlato anche il marito della donna. "Cerchiamo tutti di affrontare questo processo che speravamo di iniziare prima, ma così è – ha detto l'uomo, padre del primogenito dell'imputata. Ho visto mia moglie tranquilla, provata ma tranquilla. Continuiamo a affrontare questa cosa come abbiamo fatto fin dall'inizio e vogliamo che venga fuori la verità. Essendo mia moglie la supporto, non approvo magari altre cose, ma il supporto c'è sempre stato".

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