Incidente treno a Brandizzo, le telefonate nella notte della strage: non c’era il via libera ai lavori
Il nullaosta per i lavori sui binari di Brandizzo non sarebbe mai arrivato, secondo quanto stanno ricostruendo gli atti delle indagini della Procura di Ivrea, che si sta occupando della morte di cinque operai nell'incidente ferroviario vicino a Torino. Non ci sarebbe stata nessuna autorizzazione per lavorare lì in quel momento, e le telefonate di quella notte lo dimostrerebbero.
Le conversazioni ascoltate dagli inquirenti sarebbero quelle tra Antonio Massa (46enne di Grugliasco, uno dei presenti e sopravvissuti alla strage ma anche uno dei due indagati) e la dirigente movimento della vicina stazione di Chivasso. Massa era preposto da Rfi al controllo e all’avvio del cantiere. Perciò avrebbe dovuto ricevere dalla responsabile il via libera formale ai lavori, la notte dell'incidente.
In quelle ore, però, ci sono state almeno due telefonate. La prima è avvenuta alle 23.30 circa, mezz'ora prima della strage. Era previsto che ci fossero lavori in quel tratto di ferrovia, e in orario notturno, ma per i dettagli era necessario coordinarsi. Infatti, da programma dovevano passare tre treni. Uno di linea, uno di servizio – che ha poi travolto i lavoratori – e uno più tardi, verso l'una e mezza di notte.
Perciò, serviva un nullaosta per confermare che il tratto era sicuro, i treni erano passati e si poteva procedere ai lavori. Secondo quanto emerso finora, però, nella prima telefonata la dirigente di Chivasso non avrebbe dato questo nullaosta. Si sarebbe limitata a dare delle fasce orarie per i lavori, tenendo conto dei treni previsti. Circa mezz'ora dopo, a mezzanotte, una seconda chiamata: il primo treno era già passato. È possibile che sia stato scambiato per il secondo, e si sia quindi pensato che il tratto fosse libero.
Dalle registrazioni, però, non risulterebbe anche in questa seconda chiamata nessun nullaosta effettivo da Chivasso. Gli operai, quindi, non avrebbero dovuto trovarsi lì. Pochi minuti dopo, invece, un treno ha travolto le cinque vittime: Kevin Laganà, 22 anni, Michael Zanera, 34, Giuseppe Sorvillo, 43, Giuseppe Lombardo, 52 e Giuseppe Aversa, 49.
L'ipotesi su cui sta lavorando la Procura di Ivrea è quella di disastro ferroviario e omicidio plurimo. Oggi la ministra del Lavoro, Marina Calderone, si è recata a Brandizzo e ha portato un mazzo di fiori alla stazione ferroviaria: "Stiamo lavorando con tutte le strutture interessante per mettere in campo tutte le azioni necessarie anche per accertare la dinamica e le eventuali responsabilità, ma anche per l'assistenza alle famiglie. Certamente intensificheremo gli sforzi per la sicurezza sul lavoro e per fare in modo che soprattutto la cultura della sicurezza sul lavoro diventi ancora di più patrimonio del nostro paese e soprattutto delle giovani generazioni", ha detto.